Mercoledì, 24 Gennaio 2018 10:46

Dipendenza affettiva: quand'è che l’amore diventa malessere?

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In occasione della presentazione del libro “Giugno. Anime inquiete” di Massimo Di Veroli, ricco di spunti sulle dipendenze affettive, è stato possibile, grazie alla presenza della dott.ssa Itala Colaceci, Psicologa Psicoterapeuta del Consultorio Antera Onlus, approfondire questa tematica, in relazione alle vicissitudini dei protagonisti del libro.

Andiamo a conoscere, ora, in modo più approfondito, questa forma di dipendenza descrivendone alcuni punti focali.

 

COS'È LA DIPENDENZA AFFETTIVA?

La dipendenza affettiva può essere considerata a tutti gli effetti come una particolare categoria del disturbo dipendente di personalità.

Possiamo ritrovare frequentemente questa forma di dipendenza all'interno di una relazione di coppia.

Spesso al giorno d'oggi si sente parlare di “mal d’amore”, ma quand'è che l'amore diventa malessere? Si parla di dipendenza quando il normale desiderio di essere amati diventa un bisogno compulsivo che va ad intaccare la vita quotidiana della persona, sia da un punto di vista individuale che relazionale.

In questo tipo di dipendenza la profonda necessità del partner e il timore opprimente della sua perdita, con il senso di abbandono e di solitudine che ne conseguono, rendono difficile e problematica la relazione di coppia.

Le persone che soffrono di dipendenza affettiva possono mostrare un attaccamento di tipo “ansioso” nei confronti del partner. Si può avvertire una necessità incessante di essere amati e di costanti conferme, con conseguente difficoltà a svolgere una vita indipendente.

Generalmente queste persone possono essere pervase dall’angoscia quando non sono impegnate in una relazione e questo può portare ad una scelta frettolosa della persona da amare e dalla quale ricevere amore, che presenta spesso tratti di egocentrismo e narcisismo.

 

RIGIDITÀ DEI RUOLI ALL'INTERNO DI UNA RELAZIONE SENTIMENTALE

Cominciamo dicendo che qualsiasi relazione può essere simmetrica o complementare. Nelle relazioni simmetriche i partner sono sullo stesso piano, mentre in quelle complementari uno dei due membri tende a differenziare il suo comportamento ponendosi “al di sopra”, dirigendo e consigliando l'altro che sta “al di sotto”.

Le relazioni sono da considerarsi sane fino a quando riescono a rimanere equilibrate, cioè fino al punto in cui i partner si sanno porre nei confronti dell’altro in modo flessibile, complementare o simmetrico, secondo quello che la situazione richiede.

Nei rapporti caratterizzati da dipendenza affettiva, la flessibilità dei ruoli viene a mancare e la conseguente rigidità porta a relazioni disfunzionali, di solito unicamente complementari.

Il dipendente affettivo generalmente tende ad essere la persona che sta “al di sotto”, anche se può succedere che assuma una posizione dominante esplicita o una remissiva apparente. In quest'ultimo caso il dipendente riesce ad ottenere il controllo del rapporto anche se sta “al di sotto”. 

 

CODIPENDENZA: DIFFERENZE E SIMILITUDINI CON LA DIPENDENZA AFFETTIVA

Accanto ad una persona con dipendenza patologica (ad esempio da sostanze o da gioco d’azzardo), possiamo trovare un partner codipendente, entrambi all’interno di una dinamica di controllo reciproco.

Le persone codipendenti spesso possono assumere il ruolo di martiri mettendo i bisogni dell’altro sempre al primo posto, dimenticandosi dei propri. Questo soddisfa il loro bisogno di sentirsi “necessari”, placa la loro paura di essere abbandonati e di conseguenza di rimanere soli.

Questi comportamenti, pensieri, sentimenti, vanno oltre il normale livello di autosacrificio e accudimento, sono costanti e pervasivi.

E’ chiaro che non tutte le forme di accudimento sono patologiche, ma solo quelle eccessive e malsane che riescono ad intaccare la serenità di un rapporto o della vita quotidiana stessa. 

La differenza sostanziale tra una persona dipendente affettiva e una codipendente è che la prima può essere in grado di scegliere partner senza particolari problemi, mentre la seconda è attratta da persone che sono affette da forme di dipendenza patologica.

Questo accade perché le persone codipendenti si possono convincere di poter “salvare” il proprio partner e, se ci riescono, molto spesso la relazione termina e si torna alla ricerca di un'altra persona “bisognosa del suo aiuto”.

 

“GIUGNO. ANIME INQUIETE.” DAL DOLORE ALL'OPPORTUNITÀ’ DI CAMBIAMENTO.

Questo passaggio tratto dal libro “Giugno. Anime Inquiete” mette bene in evidenza come, dalla sofferenza sperimentata all'interno di una relazione disfunzionale, si possa cogliere un’opportunità di cambiamento.

Dalla consapevolezza del proprio dolore, si può arrivare ad una richiesta di aiuto psicologico per lavorare sul proprio modo di relazionarsi con gli altri, trasformando così le proprie sofferenze in un’occasione di crescita.

 

Dipendenze affettive nella coppia

"Il dolore è una forza potente” le aveva detto un giorno Anna, “smuove sentimenti profondi che ci portano a scoprire chi siamo davvero. spesso è un virus in grado di avvelenarci dentro; deforma, distrugge, inaridisce. Ma puo rappresentare anche un'opportunità se si è capaci di governarlo ed utilizzarlo in maniera costruttiva.

Sfrutta il corto circuito che si è innescato dentro di te. 

Nulla umilia ed offende come l'esperienza che ti è toccato di vivere ma devi lottare in tutti i modi contro lo stordimento dato dalla sofferenza. Trai dall indignazione la forza necessaria per rialzarti ed approfittane per fare della tua vita ciò che hai sempre desiderato senza esserci mai riuscita"

(“Giugno.Anime Inquiete.”, Massimo Di Veroli, 2017)