Si tratta di un disturbo che si sviluppa in seguito ad un evento traumatico, in cui una persona ha vissuto o assistito ad uno o più eventi che hanno minacciato la propria o altrui integrità fisica, sperimentando paura intensa, sentimenti d’impotenza o di orrore. Eventi traumatici che possono innescare il DPTS sono aggressioni personali violente, disastri naturali, incidenti o scontri militari.
Anche le famiglie delle vittime possono sviluppare il disturbo. Le persone che hanno un DPTS rivivono in modo ripetitivo la situazione che le ha traumatizzate, sotto forma di flashback, incubi, ricordi o pensieri spaventosi. Possono inoltre presentare un intenso disagio quando sono esposte a fattori che assomigliano o ricordano l'evento traumatico.
E’ presente incapacità di ricordare alcuni aspetti importanti di tale evento, diminuzione d’interessi, capacità ridotta di provare sentimenti di amore, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità e ansia. Il DPTS può manifestarsi a qualsiasi età, compresa l'infanzia.
E' frequente la presenza di depressione, di abuso di alcolici o di altre sostanze e di altri disturbi d'ansia.
Si tratta di un disturbo che se non viene trattato, tende a divenire cronico. Sono disponibili diversi tipi di interventi per affrontare questo problema: la psicoterapia, la psicofarmacologia, la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, i metodi di gestione dell’ansia e l’esposizione immaginativa. Un altro genere di trattamento appartiene alla categoria dei cosiddetti interventi preventivi.
Si tratta di interventi che consistono nel trattare le persone immediatamente dopo l'evento traumatico e rientrano nel metodo del “debriefing”. In molti casi è decisivo integrare tali trattamenti in un unico progetto terapeutico, poiché difficilmente uno solo di essi assicura risultati sufficienti nel corso del tempo.
Le famiglie possono avere un importante ruolo di sostegno per chi ha subito un evento traumatico. Sebbene il paziente sia il centro del trattamento, i membri della famiglia possono sostenerlo prendendo parte al programma terapeutico.
Molte persone che hanno un DPTS si vergognano dei loro problemi, si sentono incapaci e credono di non potere essere aiutate.
È invece necessario adottare un atteggiamento pratico e affrontare il problema il prima possibile: continuare a rimandare potrebbe peggiorare le cose e rendere il malessere più doloroso e limitante la propria serenità.
E’ quindi utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad un medico, che potrà suggerire la terapia più adeguata al livello del disagio. La cura sta nell’affrontare l’evento, non nel rimuoverlo.
Gli interventi psicoterapeutici hanno lo scopo di permettere l’espressione delle emozioni collegate al trauma, ricostruire il contatto con il mondo esterno e la fiducia in se stessi, comprendere l’evento e fronteggiare l’angoscia e gli eventuali sensi di colpa.
Spesso alla psicoterapia viene associata una terapia farmacologia, indicata sia per controllare i sintomi, sia per gestire in maniera adeguata alcuni aspetti del disturbo che potrebbero divenire cronici. I farmaci usati nel trattamento del DPTS sono di vario tipo e devono sempre essere soggetti a prescrizione e controllo medico.