Può essere rivolta al singolo individuo, alla coppia, ai genitori, alla famiglia, ed è orientato alla comprensione e definizione del problema ed alla ricerca di eventuali strategie di trattamento adeguate.
La consulenza è limitata nel tempo (in genere pochi incontri) ed in genere affronta situazioni di lieve gravità, che interessano disfunzioni della personalità e problematiche di cui la persona è consapevole.
Una persona può farne richiesta per beneficiare di un parere tecnico sugli aspetti di un percorso non del tutto prevedibile o per definire un programma di intervento curativo mirato ad una specifica problematica.
In ogni caso, lo psicologo e il paziente lavorano insieme per creare le condizioni affinché la persona che chiede aiuto scelga e decida in modo informato e autonomo.
Cosa aspettarsi dal primo colloquio psicologico di accoglienza
È piuttosto comune e lecito, avere dubbi, timori, ansia, curiosità, speranza, tristezza, entusiasmo, rispetto al primo incontro con lo psicologo: si tratta di un delicato momento di conoscenza, di definizione del problema e di sperimentazione carico di emozioni che potrebbe sancire l’inizio di un rapporto terapeutico volto al cambiamento.
Già dal primo contatto telefonico prendiamo le informazioni che ci permetteranno di accogliere al meglio la richiesta che ci viene rivolta, anche grazie alle diverse specializzazioni dei nostri terapeuti e alle loro specifiche competenze.
Cosa accade nel primo colloquio?
Compito primario del terapeuta, è definire il problema tramite domande mirate ed esempi concreti.
Si chiarirà, oltre alla motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, anche il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana.
Lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) esplorando alcuni aspetti della propria vita attuale e della storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. Eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.
Al terapeuta spetterà capire se la metodologia e le tecniche che usa possano essere utili per il paziente e per la sua specifica problematica. In caso contrario, sarà sua cura aiutare il paziente a trovare un terapeuta più adatto a lui, motivando la propria decisione
Come si conclude il Primo colloquio con lo psicologo?
Il primo colloquio dura in media 40/50 minuti, sufficienti ad una prima conoscenza reciproca e ad un primo inquadramento delle difficoltà. Si illustra la modalità abituale di lavorare, come saranno impostati i colloqui successivi e cosa ci si possa aspettare dalla prima fase di conoscenza. Fin dal primo contatto, lo psicologo è tenuto al segreto professionale rispetto quanto comunicato dal paziente.
Al termine del colloquio è di solito previsto uno spazio per raccontare le proprie impressioni, fare domande o chiarire alcuni aspetti emersi. Conclusa la consultazione, il paziente ha facoltà di scegliere se fissare un appuntamento successivo o prendersi del tempo per decidere se continuare il percorso oppure interromperlo.