Il burn out (letteralmente vuol dire “scoppiato”, “bruciato”, “esaurito”) è definito come una sindrome di esaurimento emotivo, cedimento psico-fisico e ridotta realizzazione personale, che può insorgere in coloro che svolgono una professione basata sulla "relazione d'aiuto" tra operatore e utenti "disagiati".
Tali attività lavorative implicano un intenso coinvolgimento emotivo, responsabilità morali e stress molto elevati, che spesso, se non sussistono adeguate misure di prevenzione, possono indurre sensazioni di ansia, paura, frustrazione o disperazione. In casi estremi tale sindrome può implicare gravi danni psicopatologici (insonnia, problemi coniugali o familiari, incremento nell’uso di alcol o farmaci) e deteriorare la qualità delle cure o del servizio prestato dagli operatori.
Sono molti i professionisti socio-sanitari a rischio di burn-out, ma quelli più esposti sembrano essere operatori di comunità, educatori, insegnanti, riabilitatori psichiatrici, assistenti sociali e infermieri, in quanto sono professionalità caricate da una duplice fonte di stress: il loro stress personale e quello della persona aiutata.
Ciò che può influenzare lo sviluppo del burn out è l’interazione tra le caratteristiche del soggetto e l’ambiente, che determina una risposta più o meno positiva che può andare da una condizione di adattamento, ad una di disadattamento fino allo sviluppo del burn out.
Burnout come affrontarlo
Quando ci si accorge di essere vittime della sindrome da burn out è molto importante fermasi e capire che richiedere un aiuto può dare un valido sostegno.
Può essere molto importante rivolgersi ad un medico o ad una struttura per effettuare una diagnosi o trovare forme di prevenzione a ricadute o al riproporsi dei sintomi tipici. I più efficaci metodi di cura e prevenzione sono quelli che riguardano il singolo individuo e l’organizzazione in cui questo lavora.
Sul piano individuale è importante mantenere vivo il contatto con i colleghi di lavoro, organizzare bene i propri compiti, dedicarsi di più al tempo libero e, se necessario, chiedere aiuto a professionisti esterni, come ad esempio a psicologi.
Migliorare, invece, la struttura socio-organizzativa è fondamentale per chi è responsabile delle risorse umane, in quanto previene il disagio del lavoratore e dunque migliora la qualità globale del servizio.
Consigli per chi soffre di burnout
L’aiuto più efficace per la persona è sicuramente un intervento da parte di un professionista, che possa fornire strumenti che permettano una comprensione del problema e del legame tra il proprio comportamento ed il contesto lavorativo.
Una volta acquisite e messe in pratica le modalità più efficaci di comportamento, è molto utile valutare anche quanto tempo si sta dedicando al lavoro più del dovuto e dedicarsi maggiormente a se stessi, ai familiari e agli amici.
Inoltre, si può cercare di far diventare un’abitudine il dedicare più tempo a se stessi, concedendosi totale rilassamento e sviluppando i propri interessi, senza tornare ai problemi legati al lavoro.