Nel periodo delle feste tutto, dalle vetrine addobbate dei negozi alle musiche nelle strade, parla di allegria, di bontà, di predisposizione verso l’altro, di amore e di felicità; le persone iniziano la corsa frenetica al regalo più bello, ma anche più conveniente, si inizia a pensare a parenti e amici vicini e lontani per progettare incastri per gli auguri e soprattutto si inizia a pensare al bellissimo e lunghissimo menu delle feste…
Ma chi l’ha detto che le feste portano solo felicità e allegria?
L’unica cosa certa da cui dobbiamo partire nella nostra riflessione è che il periodo delle festività rappresenta sicuramente un momento carico di significato alcune volte positivo e altre negativo, ma certamente legato alle esperienze e alle interpretazioni del proprio vissuto.
La fine dell’anno è inevitabilmente un momento di valutazione in cui tutte le persone si concedono uno spazio di riflessione su ciò che è stato, su ciò che hanno fatto o non fatto, su scelte utili o no e sulle occasioni perdute; in base a queste valutazioni proveranno un’emozione negativa o positiva, un senso di angoscia, di vuoto di tristezza o una sensazione di completezza e gioia. Molto frequentemente le diverse emozioni si alternano andandosi ad incastrare in equilibri diversi da persona a persona, ma in alcuni casi possono prevalere angoscia e tristezza fino a far provare un vero e proprio umore depresso.
Quali sono le persone più vulnerabili?
Alcuni studi hanno sottolineato l’influenza maggiore della festività sulle persone che presentano una fragilità psichica portando a un peggioramento del tono dell’umore che in alcuni casi potrebbe portare a un peggioramento di comportamenti autolesivi o pensieri disfunzionali. Anche i rituali delle feste posso fungere da “elementi trigger” e scatenare delle reazioni emotive molto intense legate a ricordi particolarmente significativi per la persona
Quali possono essere le motivazioni che elicitano emozioni negative?
Le festività, soprattutto quelle legate al Natale, nella nostra tradizione sono collegate al tempo trascorso in famiglia, con amici e parenti in uno stato di euforica allegria; proprio questo nelle persone che per svariati motivi si trovano sole diventa motivo di malessere e di una crescente sensazione di impotenza davanti a una situazione che devono subire in modo prolungato
L’inattività spesso collegata al rilassamento, al benessere delle cose che si amano fare, potrebbe creare senso di vuoto e pesantezza, poichè lontani dal riempire la giornata di cose da fare, si inizia a sentire il costante senso di vuoto interno che potrebbe essere difficile da sopportare
La costrizione interna legata al dover essere felici ad ogni costo crea una condizione stressante e pesante e non permette di normalizzare anche le altre emozioni che potrebbero sopraggiungere e che sono sane da provare.
Quali sono i segnali a cui devo fare attenzione?
- Il pensiero di dover essere sempre felici. Bisogna concedersi tutte le emozioni, infatti, la tristezza o le altre emozioni non ci rendono sbagliati e non sono sbagliate!
- Pensare continuamente di essere soli. Il pensiero della solitudine, se lo lasciamo tornare in modo continuativo attraverso la “ruminazione di pensiero”, crea solamente malessere.
- Pensare continuamente a ciò che non si è realizzato nell’anno trascorso. Questo tipo di rimuginio crea un blocco nell’andare avanti in modo costruttivo.
- La tristezza è un muro insormontabile. Questo pensiero crea una sensazione fortissima di angoscia che diventa bloccante, importante è accogliere e vivere tutte le emozioni con la consapevolezza di saperle gestire.
Cosa devo fare se percepisco questi segnali?
L’emozione che si prova è sempre collegata con un pensiero. Rifletti sul pensiero, analizzalo e cerca di renderlo più equilibrato e reale
Rifletti sulle tue aspettative valutando, però tutto il tuo vissuto sia le cose negative e non realizzate, sia quelle positive che hai realizzato. Questo permette di avere una visione maggiormente realistica e avere una prospettiva a 360 gradi.
Condividi i tuoi pensieri e le tue emozioni con delle persone significative, poiché la condivisione rappresenta il primo grande spazio di riflessione.