Giovedì, 14 Novembre 2019 09:58

Come aiutare i bambini ad affrontare un lutto?

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Come aiutare i bambini in lutto?

Parlare della morte non è mai facile e quando i protagonisti di una perdita sono i bambini per gli adulti diventa davvero difficile ed a volte quasi impossibile supportarli ed aiutarli a capire cosa è accaduto, quali sono le emozioni che stanno attraversando e come cambieranno le cose nel loro futuro.

A volte si pensa che omettere la verità circa l’accaduto luttuoso permetta ai bambini di stare meglio, di vivere protetti da un grande dolore, questo non è così perché i bambini sin da piccolissimi hanno chiara la percezione che qualcosa accanto a loro è accaduto e che questo evento è significativamente grave.

Quello che veramente costituisce un problema e un rischio traumatico per il bambino non sono le emozioni negative e dolorose legate alla mancanza della persona cara che è morta, ma l’omissione delle stesse, l’impossibilità di condividere. La cosa che quindi è fondamentale è non mentire su quanto è accaduto e fornire spiegazioni chiare e con un linguaggio comprensibile all’età del bambino.

 

Cosa accade nella mente dei bambini che vivono un lutto?

E’ doveroso precisare che dal punto di vista psicologico la percezione della perdita varia nei bambini in relazione alla fascia di età. A livello cognitivo il concetto di morte si forma pian piano nel tempo e si evolve.

La comprensione mentale del concetto di morte, dalla percezione della mancanza fino alla comprensione della irreversibilità della perdita, – dal “non c’è“, al “non c’è più“, fino al “non c’è più per sempre” – è un lento processo d’acquisizione, che muta in continuazione e tende a concludersi verso gli otto-nove anni.

Da questa età si acquisisce il concetto che la morte è universale e inevitabile. I bambini soffrono e sperimentano emozioni e stati d’animo davanti al lutto simili agli adulti: shock, struggimento, disperazione, rabbia, sensi di colpa, dolore, disorientamento, paura, inquietudine, isolamento etc.

La cosa importante è poter leggere quali di queste reazioni, sempre in relazione alla specifica fascia di età e ad altre componenti legate alla qualità del legame con il defunto, possano essere preoccupanti e vadano quindi attenzionate con l’aiuto di uno psicoterapeuta e quali invece riguardino una situazione fisiologica di passaggio.

In alcune circostanze potrebbero verificarsi dei comportamenti regressivi, quali ad esempio il succhiarsi il pollice, enuresi, encopresi, paura del buio, non voler rimanere da soli, non dormire senza nessuno accanto, non riuscire ad entrare a scuola essere accompagnati. Potrebbe inoltre verificarsi un' alterazione nelle abitudini alimentari o nel ritmo del sonno, nonché difficoltà di concentrazione con un calo nel rendimento scolastico.

 

Quando ci dobbiamo preoccupare se un bambino è in lutto?

Gli adulti che si occupano del bambino in lutto devono fare attenzione alle manifestazioni psicosomatiche, a dei cambiamenti evidenti nel rendimento scolastico e ad un cambiamento prolungato di tipo emotivo persistente ( rabbia prolungata nel tempo che non accenna a diminuire, evitamento persistente).

Per molto tempo i bambini più piccoli hanno la speranza che il genitore torni vivo accanto a loro e contemporaneamente e progressivamente prendono coscienza della realtà che contrasta con questo desiderio. Ci vuole quindi del tempo perché accettino l’assenza del genitore e un lungo lavoro interiore per accettare l’idea che la persona cara non ci sia più, passando così da sentimenti di odio per essere stati lasciati a sentimenti d'amore per la persona persa.

La difficoltà dei bambini nell’esprimere e condividere le loro emozioni e i loro sentimenti si traduce in alcune circostanze in una preferenza verso il silenzio, questo accade perché non sanno se è permesso mostrare ciò che provano. La maggior parte delle volte sono orientati a proteggere i familiari, nascondendo il dolore e aderendo ad uno specifico e peculiare funzionamento familiare.

Il dolore non viene tollerato dai bambini in lutto come può fare un adulto, quindi passano velocemente da uno stato di allegria convergendo così l’attenzione su altro, per alleggerire il peso della perdita, ad uno di rabbia o apatia.

Questi comportamenti, sono spesso incomprensibili agli adulti e vengono interpretati come disinteresse, indifferenza, incapacità di provare sofferenza. Si può pensare che non si ricordino della persona scomparsa, perché giocano e si divertono come di consueto con i compagni, ma non è così.

Nei momenti più inaspettati pongono domande di fondo: “Dove sta ora il nonno? La mamma secondo te mi sta vedendo? Se gli/le parlo mi sente? E allora perché non mi risponde se sa che io ho bisogno di lei/lui?”.

Molto importante quando si vive un lutto che vede coinvolti dei bambini, è una comunicazione tempestiva e lineare anche con la scuola, dove il piccolo vive la maggior parte del suo tempo quotidiano e che diventa anche una risorsa preziosa e indispensabile.

Il Consultorio Antera Onlus da anni offre un supporto specializzato alle famiglie che vivono un lutto dove sono coinvolti dei bambini, valutando per ogni situazione la specificità di un intervento che possa essere supportivo.

Nel corso della nostra esperienza abbiamo costruito dei modelli di intervento flessibili per i bambini nel rispetto della fascia di età e della singolarità delle persone, nonchè anche per gli insegnanti che si trovano coinvolti in situazioni di lutto dei loro piccoli alunni.