Consultorio Antera

Consultorio Antera

il Consultorio Antera onlus, nell'ottica di promuovere benessere psichico organizza una mattinata sul trucco.

Il trucco quando è una scelta libera, è una sana abitudine, indice di riuscire a prendersi cura di sè stessi e di una volontà comprendibile di piacere a se e agli altri.

 

La vera bellezza inizia sempre con la piena accettazione di se

Consapevoli che "la vera bellezza inizia sempre con la piena accettazione di se" abbiamo il piacere di offrire a tutte le donne di Fiumicino e dintorni una mattinata di leggerezza, scoprendo come in poche mosse sia facile sentirsi meglio con se stesse grazie al trucco!

 

Evento gratuito a Fiumicino, aperto a tutte le donne, dietro prenotazione al numero 320 87 55 641

Ti aspettiamo Domenica 8 Aprile ore 10:00 in via Carlo Fecia di Cossato, 71 - Fiumicino

LE “NUOVE” FAMIGLIE RICOSTITUITE

Le famiglie ricostituite di oggi sono molto diverse da quelle di un tempo. Nel passato esse si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

La Stepfamily Association of America le definisce famiglie “ricostituite” o “stepfamily”, ovvero famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro. La caratteristica di fondo della famiglia “ricostituita” è quella di avere confini più sfumati e incerti di quella “nucleare” o “tradizionale” , sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono dinamici ed hanno un inizio e un’evoluzione rapida. Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale.

 

FAMIGLIE ALLARGATE E RICOSTRUITE UN FENOMENO IN AUMENTO

Le coppie che si separano sono sempre di più e fra i membri di queste coppie, circa uno su quattro si legherà ad un nuovo partner.

Secondo gli ultimi rilevamenti Istat la formazione di famiglie ricostituite è in largo aumento negli ultimi decenni, in Italia raggiungono il 28% nel 2009 (contro il 16,9% del 1998). Di queste il 37,9% vivono con figli di entrambi i partner, il 12,9% vivono sia con i figli nati all’interno dell’attuale relazione, sia con quelli nati nella precedente, l’8.6% vive con i figli della donna e l’1,5% con quelli dell’uomo.

 

DIFFICOLTÀ D’INTEGRAZIONE NELLE FAMIGLIE RICOSTRUITE

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme situazioni nuove.

E’ importante che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati adeguatamente rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza il peso di rancori o insicurezze passate. E’ importante che i figli non abbiano un atteggiamento esageratamente oppositivo verso il nuovo partner, sperando una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni a comportamenti infantili, nascondendo il desiderio di farsi accudire più di quanto il momento evolutivo prevederebbe.

Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo radicale cambiamento potrebbe essere percepito come un ostacolo nel costruirla.

 

FAMIGLIA ALLARGATA: QUALI DIFFICOLTÀ PER GENITORI E FIGLI

E’ importante ricordare che per i figli, il formarsi di una famiglia ricostituita, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può essere correlato alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo possano “tradire” quello biologico. Ciò potrebbe portarli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un “senso di protezione” morboso.

Nel caso in cui nella famiglia ricomposta ci siano più figli nati dalle precedenti relazioni, i genitori probabilmente dovranno imparare a gestire conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti, solitamente più acute nel caso in cui alcuni bambini si trovino solo saltuariamente sotto lo stesso tetto.

 

RICOSTITUZIONE DI UNA NUOVA IDENTITÀ FAMILIARE

La nuova famiglia dovrà crescere rispettando i ritmi e le fasi evolutive di tutti i componenti, senza troppe rigidità, così come dovrebbe accadere all'interno di qualsiasi famiglia.

Soprattutto nel caso di bambini piccoli, sarebbe opportuno cercare di mantenere una stabilità in entrambe le case per quanto riguarda l’educazione, gli orari e le attività giornaliere e lasciare che il bambino porti con sé un oggetto, anche simbolico, che mantenga un senso di continuità “fisica” tra la casa in cui vive con il genitore biologico e quella dove vive l’altro genitore biologico con la propria famiglia.

La nuova famiglia ricostituita dovrebbe, con il tempo, cercare di trovare una propria identità familiare, con abitudini ed equilibri peculiari.

 

FAMIGLIE RICOMPOSTE: COME EVITARE PROBLEMI E DIFFICOLTÀ

Queste “nuove” famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuove tradizioni e abitudini comuni, costruite e negoziate gradualmente tra i membri della famiglia ricostituita, diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.



COS’E’ IL SONNO?

Il sonno è un fenomeno di molta importanza nella vita di ognuno di noi, tanto da occuparne circa un terzo e da spingere molti scienziati, medici e ricercatori a studiarne le caratteristiche e le disfunzionalità. Questo fenomeno si divide in varie fasi di cui le due principali sono il sonno rem e il sonno non-rem, che si alternano in modo ciclico quattro o cinque volte nell’arco della notte.

Quest’ultima è fondamentale per potenziare i processi di memoria e per riorganizzare le informazioni e le esperienze acquisite nel corso della giornata. Il sonno diventa quindi una necessaria sospensione delle attività relazionali quotidiane, attraverso una modificazione dello stato di coscienza. Molti credono che il tempo necessario per sentirsi riposati dopo aver dormito sia uguale per tutti, ma in realtà esistono i “brevi dormitori”, cioè coloro che, pur dormendo poche ore, non lamentano affaticabilità, difficoltà di concentrazione o altro, e “lungo dormitori” che hanno bisogno di un sonno più lungo per sentirsi riposati ed efficienti nel corso della giornata.

 

DISTURBI DEL SONNO

I disturbi del sonno sono causati da una irregolarità nel funzionamento dei meccanismi che regolano il ritmo sonno-veglia e si suddividono in parasonnie e dissonnie. Mentre le prime sono prevalentemente legate alla fase dell’infanzia e dell'adolescenza con ad esempio terrori notturni o sonnambulismo, le seconde interferiscono con l'inizio o con la continuazione del sonno e ne provocano quindi un'alterazione della quantità, della qualità o del ritmo.

 

L'INSONNIA

L’insonnia ha una grandissima diffusione, si stima che ne soffrano da un quarto a un terzo della popolazione mondiale, anche se solo una percentuale di essa sviluppa un vero e proprio disturbo. In questi casi può risultare fondamentale un aiuto psicoterapico accompagnato, in alcuni casi, da un supporto farmacologico.

E’ un disturbo che rientra nella categoria delle dissonnie e può essere definita come una ripetuta difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno, tale che esso risulta di durata e/o qualità insoddisfacente. Questo causa numerosi effetti negativi in molte aree della vita, con sintomi quali stanchezza, irritabilità, difficoltà di apprendimento, mancato consolidamento della memoria e una marcata perdita di interesse per lo svolgimento delle attività quotidiane, con un conseguente impatto psicologico importante.

Le cause più comuni sono stress, depressione, abuso di sostanze eccitanti, dolore fisico, allergie alimentari, disturbi ambientali, il russamento abituale associato alla presenza di apnee notturne e il jet lag.

 

CHI E’ A RISCHIO D'INSONNIA?

Potremmo rintracciare caratteristiche comuni nelle persone che potrebbero andare incontro all’insonnia.

Il disturbo sembra essere maggiormente presente nelle donne (frequentemente con l’inizio della menopausa e dopo i 65 anni) rispetto agli uomini (più colpiti fra i 24 e i 34 anni e dopo i 65).

Altri fattori di rischio sono l’appartenere a classi sociali meno abbienti, l’essere single, fare lavori notturni o turnisti, soffrire di depressione o di patologie cronico degenerative, utilizzare i dispositivi tecnologici fino a tarda notte, l’essere casalingo, pensionato o divorziato e l’essere esposti a fattori cronici di stress. 

 

COME PREVENIRE L’INSONNIA

Le statistiche dicono che la maggior parte delle persone si trova a soffrire di difficoltà nel dormire almeno una volta nella vita. A lungo termine, ciò, può causare diversi problemi sia su un piano organico che psichico, e sfociare in un vero e proprio disturbo.

Questo ribadisce l’importanza di agire ad un livello preventivo, seguendo alcune semplici accortezze nel nostro quotidiano come:

  • creare una propria routine: cercare di addormentarsi e svegliarsi sempre più o meno alla stessa ora, evitare “sonnellini” durante la giornata, creare una situazione rilassante abituale che ci accompagni alla fase dell’addormentamento;
  • evitare sovrastimolazioni prima di dormire: evitare di lavorare al computer o stare al telefono o ai videogiochi poco prima di coricarsi, cercare di non programmare l’attività fisica nelle ore serali.
  • modulare le abitudini alimentari: diminuire il consumo di sostanze eccitanti come caffeina, teina e alcolici. Non consumare pasti subito prima di andare a letto, ma, allo stesso tempo, non coricarsi con il senso di fame.
  • non “sforzarsi” di dormire: cercare di non innescare il circolo vizioso per cui si arriva all’ora di doversi mettere a letto con l’ansia di non dormire come se fosse un dovere da assolvere. Per un approfondimento della tematica è possibile iscriversi alla nostra newsletter e scaricare gratuitamente l'e-book “Noi e il sonno: impariamo a dormire bene”.

LA GENERAZIONE DEI “NATIVI DIGITALI”

L'espressione “nativi digitali” indica la generazione di chi è nato e cresciuto in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche e che quindi necessita di un educazione digitale fin dall’infanzia.

Ormai bambini e ragazzi utilizzano quotidianamente smartphone, tablet, pc e quant'altro, facendone molto spesso un uso eccessivo. A volte gli adulti sopravvalutano la capacità dei loro figli di comprendere ciò che vedono sugli schermi e non sono completamente informati sulle potenzialità e i rischi della tecnologia. Un bambino piccolo che gioca con il tablet o guarda un video senza interagire con i coetanei o con gli adulti, potrebbe essere assorbito da ciò che sta facendo, tanto da estraniarsi dal mondo circostante.

Un adolescente, invece, si esprime, studia, comunica, si relaziona attraverso uno smartphone, per cui risulta ancora più difficile, per i genitori, monitorare il tempo e il contenuto delle sue attività online.

Va anche detto che, la tecnologia, se usata in modo appropriato e con le dovute precauzioni, può assolvere a importanti funzioni psicologiche, quali regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni, gestire la solitudine e l'isolamento, attivare funzioni cognitive come il problem-solving, l' attenzione prolungata e la reattività. Per esempio i videogiochi multiplaying favoriscono la cooperazione e il rispetto degli spazi, la gestione delle frustrazioni e il saper affrontare le sconfitte.

 

COSA SONO LE DIPENDENZE DA TECNOLOGIE?

Si può parlare di dipendenza quando la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nell’utilizzo della tecnologia. Questo porta a delle importanti ripercussioni in diverse aree della vita quotidiana, come quella relazionale, scolastica, familiare, affettiva, ecc. Le dinamiche di dipendenza dalla rete telematica si possono sviluppare al punto da presentare fenomeni analoghi alle dipendenze da sostanze, con comparsa di tolleranza, ricerca ossessiva dell’oggetto della dipendenza, assuefazione.

Inoltre si corre il rischio di sviluppare delle dipendenze specifiche, soprattutto nell’età adolescenziale, come la nomofobia (paura di non avere accesso alla rete telefonica mobile), la ringxiety (controllare costantemente lo smartphone o il tablet per vedere se ci sono nuove notifiche, o sentire squilli che in realtà non esistono) o il sexting (invio o ricezione di contenuti sessualmente espliciti, incoerenti con l’età dell'adolescente).

 

COME AIUTARE I PROPRI FIGLI E GESTIRE LE DIPENDENZE DA TECNOLOGIE?

Un uso sano e consapevole della tecnologia può aiutare in molti campi diversi la vita dei propri figli, ma questi ultimi dovrebbero imparare a integrare tale uso in modo equilibrato con le priorità quotidiane, come la scuola, gli amici, la famiglia, lo sport e soprattutto la vita reale e le relazioni con gli altri. Questo purtroppo è un compito molto difficile per i genitori, vediamo quali possano essere alcune linee guida per semplificare, per quanto possibile, questo lavoro.

• Pianificare il tempo

Per evitare di perdere la cognizione del tempo, e rimanere incastrati tra le tante attività tecnologiche a disposizione, è bene pianificare, insieme al bambino/ragazzo, un limite di tempo da trascorrere di fronte a questi dispositivi. Può essere utile a tal fine mettere un orologio accanto alla consolle, al pc o dove il proprio figlio gioca con lo smartphone per fargli rendere conto del tempo passato, e lasciare le tecnologie fuori dalla stanza da letto per evitarne l’uso notturno. Questo è molto importante soprattutto per i bambini tra i 2 e 5 anni, i quali non dovrebbero usare dispositivi tecnologici per più di un ora al giorno e sotto supervisione dei genitori.

 

• Ritagliare dei momenti liberi dalle attività digitali

Quando si è in famiglia, sarebbe importante non farsi distrarre costantemente dalla tecnologia, ma imparare a definire dei confini nei quali si trascorrono attività e momenti di condivisione affettiva fuori dalla rete. Per esempio silenziare telefoni e tablet quando si mangia, organizzare delle gite all’aria aperta, o semplicemente guardare un film tutti insieme, evitando di usare nel frattempo anche altri apparecchi tecnologici. Riuscire a disconnettersi, anche per brevi momenti durante la giornata, è molto importante e un buon punto di partenza per creare nuove abitudini “offline”. 

 

• Insegnare il concetto di privacy

Si dovrebbe fare particolarmente attenzione ai contenuti della rete, selezionando accuratamente applicazioni e programmi, anche se creati appositamente per i bambini. Oltre ad attivare il Parental Control o le funzioni di monitoraggio nei tablet e smartphone, sarebbe importante parlare con i propri figli della scelta dei siti più sicuri per loro e sui pericoli che potrebbero trovare in rete. Si dovrebbe insegnare loro il concetto di privacy, spiegando che è sbagliato pubblicare sui social foto e contenuti privati loro e/o di terze persone. 

 

• Non agire impulsivamente.

Non interrompere bruscamente l’attività telematica o sequestrare l'oggetto in questione ai propri figli poiché verrebbe vissuto come una violazione del loro spazio, innescando risposte di rabbia, frustrazione e conflitto, rischiando di perdere la fiducia del proprio figlio e portarlo ad agire di nascosto.

 

• Dare il buon esempio.

I genitori dovrebbero insegnare e trasmettere ai propri figli le regole per muoversi nel mondo, reale e virtuale, quindi sarebbe opportuno stabilire delle regole chiare e condivise da tutta la famiglia sull’utilizzo della tecnologia fin da subito. Bambini e ragazzi imparano, tra le altre cose, anche tramite l’imitazione. 

Alcuni studi hanno constatato che il tempo che un bambino o un ragazzo passa davanti ad un determinato apparecchio tecnologico è direttamente proporzionale al tempo passato davanti allo stesso apparecchio dai genitori. E’ necessario quindi, da parte dei genitori, “dare il buon esempio” rispetto ad un corretto utilizzo della rete e delle tecnologie, sia in casa che fuori.

 

• Non demonizzare la tecnologia.

La responsabilità di questa nuova forma di dipendenza, non è della tecnologia in sé, ma dell’uso che se ne fa. E’ necessario fornire ai propri figli gli strumenti adatti, che consentano loro di sfruttare le risorse e le qualità della tecnologia, ma senza esagerare. 

Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter; clicca qui per scaricare il nostro e-book , una breve illustrazione dei principali meccanismi legati ai disturbi del sonno, con indicazioni e consigli utili per gestire meglio i problemi di insonnia, perché dormire bene aiuta a vivere bene.

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