Mercoledì, 14 Ottobre 2020 12:56

Isolamento sociale dei giovani: la sindrome di hikikomori

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Hikikomori: Quando la quarantena diventa un “piacere”

 

Con il termine hikikomori si tende a descrivere una sindrome che colpisce giovani e giovanissimi. Il significato della parola hikikomori, termine giapponese che deriva dal verbo hiku (tirare indietro) e komoru (ritirarsi),  è “stare in disparte, isolarsi”. Questo termine nasce per definire un fenomeno caratterizzato principalmente da ritiro sociale, una volontaria reclusione dal mondo esterno, isolamento e rifiuto totale non solo per ogni forma di relazione, ma anche per la luce del sole.

Il disturbo, descritto ed osservato primariamente in Oriente, ad oggi non è ancora una diagnosi ufficiale del DSM-5 anche se per la sua pervasività richiede l’intervento sinergico di professionisti della salute mentale.

 

Hikikomori: quali sono i sintomi?

Nonostante non esista ancora un’ufficiale definizione dell’hikikomori a livello internazionale, il Ministero della salute Giapponese (MHLW) ne ha indicato alcune caratteristiche e sintomi specifici:

  • Stile di vita centrato all’interno delle mura domestiche senza alcun accesso a contesti esterni.
  • Nessun interesse verso attività esterne (come frequentare la scuola o avere un lavoro).
  • Persistenza del ritiro sociale non inferiore a sei mesi.
  • Nessuna relazione esterna mantenuta con compagni o colleghi di lavoro.
  • Si esclude la diagnosi di hikikomori qualora sia presente un disturbo psichiatrico di maggiore gravità che possa sovrapporsi ai sintomi di ritiro sociale (schizofrenia, ritardo mentale, depressione maggiore) o altre cause che possano meglio spiegare il ritiro sociale.

Questa tipologia di sintomi, per quanto caratteristici, possono variare per intensità e frequenza. La vita dei giovani hikikomori si svolge all’interno della loro casa o camera da letto e le uniche interazioni con l’esterno avvengono attraverso internet, l’utilizzo di chat, social network e videogame; gli hikikomori evitano qualsiasi tipo di relazione e comunicazione diretta con altri individui.

 

Diagnosi di hikikomori

Essendo il ritiro sociale e l’isolamento sintomi comportamentali trasversali a diverse diagnosi psichiatriche, particolare importanza riveste la diagnosi differenziale.

In particolare entrano in diagnosi differenziale con l’hikikomori:

  • Disturbi d’ansia: in particolare il disturbo d’ansia sociale.
  • Disturbi dell’umore: in particolare disturbi dello spettro depressivo.
  • Disturbi psicotici come la schizofrenia.
  • Disturbo evitante di personalità.

 

Come riconoscere un ragazzo con hikikomori

Nonostante sia un disturbo variegato sembra essere predominante in soggetti che presentano alcune caratteristiche:

  • Giovane tra i 14  i 30 anni
  • Estrazione sociale medio-alta
  • Sesso maschile (nel 90% dei casi)
  • Figlio unico
  • In genere genitori entrambi laureati in cui uno dei due genitori, in genere il padre, risulta assente in famiglia e spesso ricopre incarichi dirigenziali.

Gli hikikomori presentano in genere un completo e totale isolamento sociale, un rifiuto di una qualunque tipologia di rapporti interpersonali non solo esterni ma anche all’interno del proprio nucleo familiare. Spesso le interazioni sociali sono nulle anche con i genitori conviventi, le uniche interazioni sociali con loro si concretizzano nei momenti in cui viene passato il piatto con il pasto all’interno della stanza da letto (Moretti, 2010).

Spesso gli hikikomori presentano alterazione dei ritmi circadiani, il disagio psichico può essere espresso anche attraverso forme di aggressività e scoppi di rabbia. Inoltre, uno studio recente ha dimostrato come tra gli hikikomori sia associato un elevato rischio di suicidio, hanno più probabilità di essere maschi, hanno una storia di abbandono scolastico e hanno precedenti trattamenti psichiatrici  (Yong & Nomura, 2019).

 

Hikikomori: quali le possibili cause?

Tra le principali cause dell’hikikomori sono state elencate (Moretti, 2010):

  • Forte disagio all'interno del contesto familiare e sociale.
  • Interdipendenza fra genitori e figli.
  • Forti pressioni psicologiche da parte dei genitori esercitate sui figli.
  • Severità del sistema educativo scolastico: il fenomeno dell’hikikomori si sviluppa solitamente dopo che il giovane ha trascorso un lungo periodo di assenza da scuola.
  • Essere stati vittime di forme gravi di “bullismo scolastico”.
  • Timidezza.

 

Come affrontare e curare la sindrome di hikikomori

La cura dell’hikikomori è ancora lontana dall’essere definita e varie strategie terapeutiche sono state provate. Spesso questi trattamenti includono un lavoro sul contesto, sulla famiglia e sulle relazioni in generale oltre ad un percorso di psicoterapia individuale (Ranieri, 2016).

Simile a molte altre condizioni psichiatriche, la cura dell’hikikomori spesso implica una combinazione di psicoterapia e psicofarmacologia (Teo, 2010). La terapia familiare deve comprendere sia il paziente che i suoi genitori, il trattamento cognitivo-comportamentale dovrebbe trattare l’ansia sociale, il senso di inadeguatezza e la bassa autostima.

Il percorso di cura prevede anche esercizi di esposizione alle situazioni temute, esposizione che dovrebbe essere finalizzata ad aumentare gradualmente il contatto sociale. Per coloro che sono ad un livello di auto-reclusione, il primo passo di solito dovrebbe comportare visite domiciliari ripetute al fine di attirare hikikomori fuori dalle loro stanze. Altra strategia potrebbe essere il ricorso alle terapie on-line.

A livello farmacologico la cura dell’hikikomori prevede spesso l’uso di antidepressivi.

Visto lo scarso numero di studi sia di trattamenti psicoterapeutici sia psicofarmaclogici, è ancora difficile definire strategie di intervento chiare e generalizzabili. Molto spesso quindi la scelta del percorso terapeutico migliore viene definito caso per caso, analizzando nello specifico le diverse caratteristiche del paziente.

 

Cosa fare se si sospetta un caso di hikikomori

Nel caso di sospetto hikikomori è fondamentale fare riferimento al proprio medico di fiducia e nel caso ad uno specialista. Il trattamento psicologico e farmacologico deve essere iniziato il più precocemente possibile, cercando di ridurre soprattutto le difficoltà iniziali alla cura tipiche dei pazienti con ritiro sociale.

In questi casi è possibile vincere le resistenze iniziali con un trattamento, almeno inizialmente, a domicilio. Inoltre, grazie allo sviluppo delle nuove teconologie, è possibile ipotizzare di ridurre le resistenze iniziali attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici per la videoconferenza.

Il Consultorio Antera Onlus  può offrire un supporto specializzato alle famiglie che vivono un a situazione di disagio legata alla sindrome di hikikomori, valutando per ogni situazione la specificità di un intervento che possa essere supportivo

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