CHE COS’E' IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
Si tratta di un disturbo che si sviluppa in seguito ad un evento traumatico, in cui una persona ha vissuto o assistito ad uno o più eventi che hanno minacciato la propria o altrui integrità fisica, sperimentando paura intensa, sentimenti d’impotenza o di orrore. Eventi traumatici che possono innescare il DPTS sono aggressioni personali violente, disastri naturali, incidenti o scontri militari. Anche le famiglie delle vittime possono sviluppare il disturbo. Le persone che hanno un DPTS rivivono in modo ripetitivo la situazione che le ha traumatizzate, sotto forma di flashback, incubi, ricordi o pensieri spaventosi. Possono inoltre presentare un intenso disagio quando sono esposte a fattori che assomigliano o ricordano l'evento traumatico. E’ presente incapacità di ricordare alcuni aspetti importanti di tale evento, diminuzione d’interessi, capacità ridotta di provare sentimenti di amore, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità e ansia. Il DPTS può manifestarsi a qualsiasi età, compresa l'infanzia. E' frequente la presenza di depressione, di abuso di alcolici o di altre sostanze e di altri disturbi d'ansia.
CARATTERISTICHE DEL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
Per la diagnosi di disturbo post-traumatico da stress è necessario che siano presenti sei dei seguenti criteri diagnostici riportati dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi psichiatrici (DSM-IV):
- L'evento traumatico viene rivissuto con ricordi o sogni spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell'evento, che comprendono immagini o pensieri; è presente l’agire o sentire come se l'evento traumatico si stesse ripresentando (nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti inerenti al trauma);
- Evitamento continuo degli stimoli associati con il trauma; sforzi per evitare pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone che ricordano il trauma; incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma, riduzione d’interesse o della partecipazione ad attività significative, sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri, diminuzione delle prospettive future;
- Esagerate risposte di allarme, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà di concentrazione, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno;
- La durata del disturbo è superiore ad 1 mese;
- Diminuzione nel funzionamento sociale, lavorativo (o scolastico) o di altre aree importanti
CAUSE DEL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
I fattori che aumentano la probabilità di sviluppare il disturbo post-traumatico da stress variano con la cultura, gli eventi storici, le caratteristiche di ciascun contesto, l’intensità dell’evento traumatico e con la presenza di disturbi psichiatrici nella storia personale e familiare di ognuno. La presenza di precedenti esperienze traumatiche rappresenta un fattore di rischio molto importante per lo sviluppo di disturbi post-traumatici: i militari che hanno combattuto in Vietnam e nella Guerra del Golfo, i superstiti e le squadre di soccorso coinvolti in un dopo-disastro, i superstiti di incidenti, stupri, abusi fisici, sessuali e altri crimini, i rifugiati che fuggono dalla violenza dei loro paesi, e le persone che assistono ad eventi traumatici, sono tra quelle a rischio di DPTS. Ultimamente si è visto che anche un ambiente lavorativo inadeguato, minaccioso e particolarmente stressante può far insorgere questo disturbo, vedi ad esempio le vittime di mobbing.
COME AFFRONTARE I DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
Si tratta di un disturbo che, se non viene trattato, tende a divenire cronico. Sono disponibili diversi tipi di interventi per affrontare questo problema: la psicoterapia, la psicofarmacologia, la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, i metodi di gestione dell’ansia e l’esposizione immaginativa. Un altro genere di trattamento appartiene alla categoria dei cosiddetti interventi preventivi. Si tratta di interventi che consistono nel trattare le persone immediatamente dopo l'evento traumatico e rientrano nel metodo del “debriefing”. In molti casi è decisivo integrare tali trattamenti in un unico progetto terapeutico, poiché difficilmente uno solo di essi assicura risultati sufficienti nel corso del tempo. Le famiglie possono avere un importante ruolo di sostegno per chi ha subito un evento traumatico. Sebbene il paziente sia il centro del trattamento, i membri della famiglia possono sostenerlo prendendo parte al programma terapeutico.
CONSIGLI PER CHI SOFFRE DI DISTURBI POST-TRAUMATICO DA STRESS
Molte persone che hanno un DPTS si vergognano dei loro problemi, si sentono incapaci e credono di non potere essere aiutate. È invece necessario adottare un atteggiamento pratico e affrontare il problema il prima possibile: continuare a rimandare potrebbe peggiorare le cose e rendere il malessere più doloroso e limitante la propria serenità. E’ quindi utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad un medico, che potrà suggerire la terapia più adeguata al livello del disagio. La cura sta nell’affrontare l’evento, non nel rimuoverlo.
PSICOTERAPIA A SUPPORTO DEI DISTURBI POST-TRAUMATICO DA STRESS
Gli interventi psicoterapeutici hanno lo scopo di permettere l’espressione delle emozioni collegate al trauma, ricostruire il contatto con il mondo esterno e la fiducia in se stessi, comprendere l’evento e fronteggiare l’angoscia e gli eventuali sensi di colpa Questi scopi possono essere raggiunti attraverso tecniche terapeutiche diverse. Gli approcci più usati in queste terapie sono:
- Esposizione immaginativa: utilizzata per combattere l’evitamento di una situazione simile a quella traumatica. Consiste nell’invitare il paziente a rivivere l’avvenimento nella propria immaginazione e a raccontarlo al terapeuta;
- Gestione dell’ansia: vengono insegnate tecniche per controllare gli stimoli ansiosi. Un esempio è l’”inoculazione dello stress": i pazienti ricevono informazioni sui sintomi e vengono loro insegnate tecniche di rilassamento muscolare, controllo della respirazione e giochi di ruolo;
- EMDR: la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, consiste nell’esecuzione di alcuni movimenti degli occhi da parte del paziente, mentre osserva un’immagine che ricorda l’evento traumatico e mentre prova il disagio ad esso legato: questo permette di rielaborare le informazioni legate al trauma.
- Debriefing: è una strategia preventiva da mettersi in atto entro 24-72 ore dall’avvenimento; viene condotta da esperti e consiste nel far esprimere le emozioni a chi ha subito un evento traumatico, in modo che possa "liberare" tutto il carico emotivo provato durante l’avvenimento. E’ costituito da un piccolo gruppo di persone (8-20) e si divide in sette fasi, per una durata massima di 3 ore.
TERAPIA FARMACOLOGICA A SUPPORTO DEI DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
Spesso alla psicoterapia viene associata una terapia farmacologia, indicata sia per controllare i sintomi, sia per gestire in maniera adeguata alcuni aspetti del disturbo che potrebbero divenire cronici. I farmaci usati nel trattamento del DPTS sono di vario tipo e devono sempre essere soggetti a prescrizione e controllo medico. Gli antidepressivi triciclici, usati generalmente per brevi periodi di tempo, permettono un aumento della motivazione e la riduzione di incubi e ricordi invasivi. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono essere utilizzati come trattamento di prima scelta: producono un globale miglioramento, diminuendo l’evitamento, la rigidità emozionale e l’eccessiva attivazione, e sono anche efficaci nei sintomi che tendono a comparire insieme al DPTS. Anche gli inibitori delle Monoaminossidasi (IMAO) sono utili a combattere i sintomi che possono insorgere insieme al disturbo, come la depressione o il panico. Di frequente uso sono i farmaci a base di benzodiazepine, efficaci come ansiolitici e contro il panico. Nomiamo infine gli antiepilettici, utili a ridurre validamente flashback, incubi, insonnia e sintomi di iperattivazione.
Indichiamo di seguito alcune classi di farmaci con rispettivo principio attivo e nome commerciale:
- Antidepressivi triciclici: composti dai principi attivi imipramina, amitriptilina, desipramina (Laroxil, Nortimil, Tofranil, Noritren);
- Antiepilettici: composti da Carbamazepina, Valproato(Tegretol, Depakin).
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina(SSRI): composti da fluoxetina, sertralina, fluvoxamina, paroxetina, citalopram (Prozac, Zoloft, Seroxat, Elopram)
- Tra le benzodiazepine più usate citiamo:
Clonazepam: nome commerciale Rivotril.