Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG), detto anche disforia di genere, è una condizione che si basa sulla difficoltà di accettare l'appartenenza al proprio sesso (= genere) e si manifesta con una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico. Questo disturbo trova caratteristicamente il proprio esordio fin dall’infanzia, manifestandosi con un disgustoper i propri caratteri sessuali distintivi ed il cui esito possibile, in età adulta, è il transessualismo, in cui vi è una riattribuzione chirurgica di sesso. Per diagnosticare un disturbo dell’identità di genere, ed è necessaria, inoltre, la presenza di una sofferenza significativa o di una compromissione evidente nell'area di funzionamento sociale, professionale o in altre aree. Le cause non sono chiare, ma sembra che siano coinvolti fattori genetici e biologici durante il periodo gestazionale. È importante distinguere il transessualismo dall’omosessualità e dal travestitismo. Nel caso dell’omosessualità, l'individuo, pur manifestando comportamenti tipici del sesso opposto, non ha il desiderio né la convinzione di appartenere comunque al sesso anatomico diverso. Nel caso del travestitismo, non vi è alcun tentativo di acquisire l’identità o il comportamento del sesso opposto, ma solo il piacere di "apparire" dell'altro sesso, per raggiungere l’eccitazione.
I disturbi dell'identità di genere nell'infanzia si manifestano di solito a partire dai 2 anni di età. Per esempio, una bambina può affermare con insistenza che le crescerà un pene e diverrà un bambino; può stare in piedi per urinare. Un bambino può sedersi per urinare e desiderare di sbarazzarsi del suo pene. Per effettuare una diagnosi nei bambini, è necessaria una forte e persistente identificazione con il sesso opposto, che si manifesterebbe con almeno quattro dei seguenti punti:
La maggior parte dei bambini con questi disturbi non viene valutata fino all'età di 6-9 anni.
Quando ancora non si conosceva bene questa condizione, il transessualismo veniva classificato come una malattia mentale. Gli psichiatri tentavano di 'curare' i transessuali con terapie che non hanno mai funzionato. Non c'è possibilità che un vero transessuale possa essere contento di vivere nel genere che sente sbagliato, ed i tentativi di rendere 'normali' i transessuali sono destinati a fallire. Il trattamento che rivelatosi più funzionale, è stato quello che ha visto i transessuali liberi di vivere nel genere a cui sentivano di appartenere. Spesso la chirurgia non aiuta completamente la persona coinvolta, la quale ha bisogno di un ulteriore intervento: quello psicologico. Adattarsi al nuovo ruolo, integrarsi nella società, superare i giudizi della gente, può risultare un compito difficile. Una psicoterapia può aiutare ad affrontare queste difficoltà nel modo più efficace e positivo.