Il mobbing è un fenomeno ormai molto diffuso in Italia e consiste in un vero e proprio terrorismo psicologico nell’ambiente lavorativo. Questo fenomeno si viene a creare attraverso un processo di azioni conflittuali, comportamenti più o meno apertamente scorretti e persecutori, atteggiamenti ostili e poco etici, in cui la persona attaccata (il cosiddetto “mobbizzato”) è messa in una posizione di debolezza e di mancanza di difese, aggredita con quotidiani attacchi esercitati dal “mobber” (superiori o colleghi) protratti nel tempo, il cui fine è l’espulsione della vittima dal luogo di lavoro. Si possono distinguere due tipi di mobbing: quello verticale (o bossing), in cui la violenza psicologica viene effettuata da un superiore, e quello orizzontale, quando l'azione discriminatoria è messa in atto dai colleghi. La vittima di questa violenza si viene così a trovare in una condizione di isolamento sociale e di emarginazione, con forti ripercussioni sulla sua salute psicologica, psicofisica, e sull’ambiente esterno al posto di lavoro, coinvolgendo quindi anche la famiglia (“doppio mobbing”). Purtroppo questo fenomeno è difficile da bandire, anche perchè spesso nessuno lo impedisce: chi sa della situazione tace e fa finta di non vedere. Il motivo di questa omertà professionale è sicuramente la paura di essere coinvolti, di fare una brutta figura, di essere accusati di qualcosa, di avere ritorsioni o di perdere il lavoro. In questo modo, però, non si fa altro che dare via libera al mobber.
Gli avvenimenti mobbizzanti devono ricorrere con una determinata frequenza (almeno una volta a settimana) e nell'arco di un lungo periodo di tempo (almeno per sei mesi). Si inizia con un saluto negato, battute che sono insulti, scherzi troppo pesanti, i colleghi ignorano o guardano male il dipendente, i capi sono insoddisfatti, il lavoro non procede e l'ansia di sbagliare aumenta gli errori commessi. Altre pratiche diffuse sono fornire volontariamente attrezzature di lavoro di scarsa qualità, computer e stampanti che si guastano, arredi scomodi, ambienti male illuminati, spesso si rende irreperibile anche l'assistenza tecnica. Anche l'assoggettamento gerarchico ad un collega meno esperto, l'interrompere una discussione in corso nel momento in cui la vittima entra nella stanza, il tagliarlo fuori da attività nelle quali era coinvolto sono strategie per creare una forte quantità di stress in modo da allontanarlo definitivamente dall’ambiente lavorativo.
Gli effetti sul mobbizzato sono molteplici. A livello psicofisico i più frequenti sono disturbi del sonno (insonnia ed ipersonnia), disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia), emicranie, tic nervosi, dermatiti, gastriti, ansia, stress, attacchi di panico e disturbi dell’umore.
Tutte queste conseguenze portano inevitabilmente un’interferenza con le relazioni sociali e, in particolare, con la famiglia. Infatti, la vittima di mobbing tenderà a cercare un aiuto ed un consiglio a casa, sfogando la sua rabbia e l’insoddisfazione che ha accumulato.
Per quanto la famiglia cercherà di supportare questa persona, dopo mesi ed anni di negatività assorbita, anche questa sarà soggetta ad uno squilibrio. La famiglia, ovviamente in modo inconscio, improvvisamente potrà cambiare atteggiamento, cessando di sostenere la vittima e lasciandola sola in balia del suo problema.
Questo fenomeno è definito “doppio mobbing”. Anche per l’azienda ci sono effetti ugualmente devastanti: sul piano economico, si verifica un calo ed un deterioramento del livello di produzione e le spese da sostenere aumenteranno per la malattia dei dipendenti; sul piano sociale, ci sarà una ripercussione sull'immagine esterna con una conseguente agevolazione per le aziende concorrenti.
Per affrontare il problema del mobbing, uno dei passi più importanti da fare è mirare ad un’adeguata misura di prevenzione, sia per evitare l’emarginazione sociale, sia per garantire un ambiente di lavoro efficiente e sano. Il ruolo principale nella manovra di prevenzione è svolto dall’imprenditore dell’azienda, il quale dovrà adottare strategie volte a:
Per quel che riguarda il “mobbizzato”, alcuni strumenti di difesa possono essere il rivolgersi a sindacati, strutture del personale, ad un responsabile di riferimento o usare strumenti giuridici (denuncia, diffida, querela). Anche il rafforzamento della propria personalità ed autostima possono essere utili a ridurre l’incidenza delle “violenze” fatte sul posto di lavoro. Lo stress si può contenere con tecniche di rilassamento, praticando sport o dedicandosi agli hobby.
Anche se può sembrare difficile, la pazienza è fattore importante. Vale la pena stringere i denti in un periodo di difficoltà e depressione, perchè troverete il modo e la forza di sorridere, di sconfiggere i persecutori ed avere i giusti risarcimenti per i danni subiti. Per prima cosa, non bisogna cedere alla tentazione di dimettersi: sicuramente il licenziarsi può essere vissuto come una via di fuga dal mobbing, ma in questo modo “la si da vinta” al mobber e non si potranno chiedere eventuali risarcimenti. A tal fine, è importate documentare tutte le azioni mobbizzanti subite trovando colleghi disposti a testimoniare, tenendo un diario con ogni azione illecita, specificando data, ora, autore, testimoni e riportando le conseguenze psicofisiche sul vostro organismo, in modo da facilitare tutti i dovuti risarcimenti. Un grande aiuto si può ricevere dagli alleati, come amici e soprattutto familiari. L’importante è non isolarsi ma neanche parlare incessantemente dei vostri problemi: rischiereste di stancare le persone vicine e di trovarvi soli. Un altro suggerimento è evitare periodi eccessivi di ferie, malattie e visite, perchè dareste solo pretesti per richiami e potreste trovare, al vostro ritorno, una situazione notevolmente peggiorata. Se vi accorgete che da soli non riuscite a sopportare troppo carico di stress, potrebbe essere di fondamentale supporto una psicoterapia.
Come accennato sopra, esistono strutture fondate con il preciso scopo di salvaguardare le vittime di mobbing. Citiamo alcune di queste associazioni al fine di orientare le persone interessate: