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COS’E’ IL SONNO?

Il sonno è un fenomeno di molta importanza nella vita di ognuno di noi, tanto da occuparne circa un terzo e da spingere molti scienziati, medici e ricercatori a studiarne le caratteristiche e le disfunzionalità. Questo fenomeno si divide in varie fasi di cui le due principali sono il sonno rem e il sonno non-rem, che si alternano in modo ciclico quattro o cinque volte nell’arco della notte.

Quest’ultima è fondamentale per potenziare i processi di memoria e per riorganizzare le informazioni e le esperienze acquisite nel corso della giornata. Il sonno diventa quindi una necessaria sospensione delle attività relazionali quotidiane, attraverso una modificazione dello stato di coscienza. Molti credono che il tempo necessario per sentirsi riposati dopo aver dormito sia uguale per tutti, ma in realtà esistono i “brevi dormitori”, cioè coloro che, pur dormendo poche ore, non lamentano affaticabilità, difficoltà di concentrazione o altro, e “lungo dormitori” che hanno bisogno di un sonno più lungo per sentirsi riposati ed efficienti nel corso della giornata.

 

DISTURBI DEL SONNO

I disturbi del sonno sono causati da una irregolarità nel funzionamento dei meccanismi che regolano il ritmo sonno-veglia e si suddividono in parasonnie e dissonnie. Mentre le prime sono prevalentemente legate alla fase dell’infanzia e dell'adolescenza con ad esempio terrori notturni o sonnambulismo, le seconde interferiscono con l'inizio o con la continuazione del sonno e ne provocano quindi un'alterazione della quantità, della qualità o del ritmo.

 

L'INSONNIA

L’insonnia ha una grandissima diffusione, si stima che ne soffrano da un quarto a un terzo della popolazione mondiale, anche se solo una percentuale di essa sviluppa un vero e proprio disturbo. In questi casi può risultare fondamentale un aiuto psicoterapico accompagnato, in alcuni casi, da un supporto farmacologico.

E’ un disturbo che rientra nella categoria delle dissonnie e può essere definita come una ripetuta difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno, tale che esso risulta di durata e/o qualità insoddisfacente. Questo causa numerosi effetti negativi in molte aree della vita, con sintomi quali stanchezza, irritabilità, difficoltà di apprendimento, mancato consolidamento della memoria e una marcata perdita di interesse per lo svolgimento delle attività quotidiane, con un conseguente impatto psicologico importante.

Le cause più comuni sono stress, depressione, abuso di sostanze eccitanti, dolore fisico, allergie alimentari, disturbi ambientali, il russamento abituale associato alla presenza di apnee notturne e il jet lag.

 

CHI E’ A RISCHIO D'INSONNIA?

Potremmo rintracciare caratteristiche comuni nelle persone che potrebbero andare incontro all’insonnia.

Il disturbo sembra essere maggiormente presente nelle donne (frequentemente con l’inizio della menopausa e dopo i 65 anni) rispetto agli uomini (più colpiti fra i 24 e i 34 anni e dopo i 65).

Altri fattori di rischio sono l’appartenere a classi sociali meno abbienti, l’essere single, fare lavori notturni o turnisti, soffrire di depressione o di patologie cronico degenerative, utilizzare i dispositivi tecnologici fino a tarda notte, l’essere casalingo, pensionato o divorziato e l’essere esposti a fattori cronici di stress. 

 

COME PREVENIRE L’INSONNIA

Le statistiche dicono che la maggior parte delle persone si trova a soffrire di difficoltà nel dormire almeno una volta nella vita. A lungo termine, ciò, può causare diversi problemi sia su un piano organico che psichico, e sfociare in un vero e proprio disturbo.

Questo ribadisce l’importanza di agire ad un livello preventivo, seguendo alcune semplici accortezze nel nostro quotidiano come:

  • creare una propria routine: cercare di addormentarsi e svegliarsi sempre più o meno alla stessa ora, evitare “sonnellini” durante la giornata, creare una situazione rilassante abituale che ci accompagni alla fase dell’addormentamento;
  • evitare sovrastimolazioni prima di dormire: evitare di lavorare al computer o stare al telefono o ai videogiochi poco prima di coricarsi, cercare di non programmare l’attività fisica nelle ore serali.
  • modulare le abitudini alimentari: diminuire il consumo di sostanze eccitanti come caffeina, teina e alcolici. Non consumare pasti subito prima di andare a letto, ma, allo stesso tempo, non coricarsi con il senso di fame.
  • non “sforzarsi” di dormire: cercare di non innescare il circolo vizioso per cui si arriva all’ora di doversi mettere a letto con l’ansia di non dormire come se fosse un dovere da assolvere. Per un approfondimento della tematica è possibile iscriversi alla nostra newsletter e scaricare gratuitamente l'e-book “Noi e il sonno: impariamo a dormire bene”.

Proponiamo cicli di incontri per affrontare l'insonnia ed i disturbi del sonno, attraverso tecniche di terapia cognitivo comportamentale che possono aiutare a ritrovare l'equilibrio psicofisico.

Il 70-80 per cento delle persone che seguono un programma di trattamento Cognitivo Comportamentale migliora nettamente la qualità del proprio sonno. Solitamente, al termine della terapia, le persone riferiscono di avere un sonno più profondo e meno disturbato dai risvegli notturni; inoltre dichiarano d'impiegare la metà del tempo per addormentarsi. Un terzo delle persone diventano dei cosiddetti 'buoni dormitori'.

Per informazioni sugli incontri per gestire i disturbi del sonno e ripristinare l'equilibrio psicofisico chiamare al 06.45.425.425 o inviare una richiesta tramite il modulo contatti

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