L’alcolismo è un fenomeno caratterizzato dall’impossibilità di interrompere l’uso dell’alcol e dall’incontrollabile ed insaziabile desiderio di assumere sostanze alcoliche. Nonostante la persona si renda conto che l’alcol fa male e voglia abbandonarne l’assunzione, si ritrova ad esserne schiava e a non poterlo più controllare. Ciò provocherà all’alcolista una forte dipendenza fisica e psicologica, una sindrome di astinenza quando smette di bere, ed un aumento del livello di tolleranza. In tal modo, essa sentirà il bisogno di bere quantità sempre maggiori per produrre gli stessi effetti. I sintomi più tipici sono: nausea, sudorazione, irrequietezza, irritabilità, tremori, allucinazioni e convulsioni. Le conseguenze del bere comportano inevitabilmente gravi ripercussioni sul piano dell’adattamento sociale, fisico e familiare. Infatti, una parte considerevole degli incidenti stradali sono causati dal consumo di alcol e costituisce anche un importante fattore negli infortuni sul posto di lavoro, provoca assenteismo e riduzioni delle prestazioni professionali. E' inoltre responsabile di una parte consistente di problemi di ordine pubblico, inclusi crimini e atti violenti. Sul piano familiare, tutti i componenti si ritrovano investiti da un grave disagio ed una grande sofferenza, caratterizzata da litigi, accuse ed interruzione della comunicazione. L’abuso di alcol porta inevitabilmente a danni fisici e mortalità, conseguente a complicazioni epatiche, neurologiche e cardiache. Il fenomeno dell’alcolismo è ormai diffuso anche tra gli adolescenti, che sono maggiormente a rischio tra i 15 ed i 24 anni. I segni che fanno ipotizzare un abuso di alcol nei giovani comprendono un calo del rendimento scolastico, la frequentazione di gruppi di amici diversi, un comportamento delinquenziale ed un peggioramento dei rapporti con la famiglia.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV), per diagnosticare il disturbo da abuso di alcol una persona deve manifestare da tre ( o più ) delle condizioni seguenti, per almeno12 mesi:
Astinenza, come manifestata da ciascuno dei seguenti:
a) La caratteristica sindrome d’astinenza per la sostanza.
b) La stessa sostanza (o una strettamente correlata) è assunta per attenuare o evitare i sintomi d’astinenza.
Le cause dell’alcolismo possono essere molteplici e possono provenire dalla sfera sociale, genetica o da particolari caratteristiche della propria personalità. Si è visto infatti che i fattori ereditari hanno una notevole influenza sull’aumento del rischio della dipendenza da alcol: i figli di alcolisti hanno una possibilità quattro volte maggiore degli altri bambini di diventare alcolisti essi stessi. Inoltre sono molto importanti anche altri fattori, che interagendo tra loro ed essendo compresenti rendono più vulnerabile una persona già predisposta. Indichiamo ad esempio povertà, abusi fisici o sessuali, età di inizio precoce e problemi familiari. In alcune persone, si è visto che le caratteristiche della personalità, quali impulsività, scarsa autostima, forte dipendenza dalle persone che stanno loro intorno, predisposizione all'ansia e alla depressione, e il bisogno di essere approvati, portano a bere in modo inadeguato. Alcuni assumono alcolici per aiutarsi nelle interazioni sociali, inadeguate a causa di timidezza, per affrontare momenti difficili, per poter essere in grado di gestire le emozioni dolorose o per “curare” malesseri psicologici che tormentano la persona.
L'alcolismo si può indubbiamente curare, ma ciò non significa che sia semplice poterlo fare. Una delle caratteristiche di questa malattia è il costante rischio di ricaduta, per cui non basta semplicemente smettere di bere, ma è importantissimo non ricominciare a farlo. La difficoltà non si ritrova tanto nello smettere di assumere alcol, quanto nel riuscire a mantenere la sobrietà. Perché una persona possa curarsi è necessario avere la giusta spinta a farlo, che sia cioè altamente motivata. Essere motivati vuol dire rendersi conto che l'alcol costituisce un problema e che non è possibile risolverlo da soli. Una volta raggiunta questa consapevolezza si può iniziare ad intervenire. Spesso l’alcolista può tentare di smettere da solo, ma è molto difficile riuscirci. È infatti necessario essere seguiti da una catena terapeutica multidisciplinare, che veda il coinvolgimento di medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali e altri specialisti, che possano fornire tutto l'appoggio e le conoscenze per uscire dal problema. La cura dell’alcolismo è finalizzata da un lato a combattere l’intossicazione e le manifestazioni acute dell’astinenza, e dall'altro a mantenere lo stato di sobrietà e ad evitare le ricadute. L’intervento comprende psicoterapie, trattamenti farmacologici e, quando necessario, la residenza in strutture per la disintossicazione e riabilitazione degli alcolisti, o il supporto da parte di associazioni ad essi dedicate.
il paziente verso la via della disintossicazione. Oltre alla psicoterapia individuale, che privilegia l’esplorazione della personalità e le motivazioni più inconsce che portano a bere, può essere molto utile anche una psicoterapia familiare. Si occupa infatti dei rapporti esistenti tra l’alcolista ed i familiari, i quali possono rappresentare un'importante risorsa di aiuto e di guarigione. Altra forma di psicoterapia efficace per il trattamento dell’alcolismo è quella di gruppo, in cui c’è la possibilità di condividere il problema con altre persone affette dalla stessa malattia. Grazie a questa terapia i partecipanti riescono a trarre un forte sostegno ed un reale impulso a risolvere i propri conflitti personali.
I farmaci usati nella cura dell’alcolismo hanno lo scopo di controllare le conseguenze comportamentali del bere incontrollato (l’intossicazione alcolica), la crisi di astinenza, i disturbi psichici che accompagnano la dipendenza, ed il desiderio incontrollabile di bere (craving).
I farmaci più comunemente utilizzati per il trattamento dell’alcolismo sono: