Lunedì, 21 Novembre 2022 14:17

Ipnosi e Autoipnosi: come funzionano e come possono aiutarci nelle Patologie Somatiche

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La psicoterapia ipnotica è caratterizzata dall’essere una pratica clinica scientificamente validata e oggi sempre più utilizzata come strumento di applicazione in vari ambiti psicologici e medici. Essa consente di depotenziare i nostri schemi di pensiero negativi e di attingere e recuperare le nostre risorse interne e potenzialità.

L’ipnosi guadagna popolarità a circa metà del 1900 grazie a Milton H. Erickson (1901 – 1980), ma è nel 1958, sia l’American Medical Association che l’American Psychological Association hanno riconosciuto l’ipnosi come una procedura medica di grande aiuto nel trattamento dei disturbi psicosomatici e dal 1995, il National Institutes of Health (NIH) ha raccomandato l’ipnoterapia come trattamento per il dolore cronico.

La psicoterapia ipnotica mira innanzitutto a rinforzare l’Io del paziente, la struttura di base dell’individuo che nella tradizione psicanalitica funge da mediatore fra l’Es e il Super-Io e che, attraverso un adeguato “esame di realtà”, permette un’equilibrata interazione con l’ambiente esterno. Ciò determina, nel paziente, la visione di nuove prospettive nella propria realtà e un innalzamento dell’autostima come conseguenza della maggior consapevolezza nelle proprie risorse e potenzialità, talvolta solo dimenticate. Se consideriamo che attraverso l’autoipnosi, egli può fare tutto in autonomia, tutto questo ha un valore amplificato.

Erickson era solito affermare che ognuno di noi è molto più di ciò che pensa di essere, e sa molto più di ciò che pensa di sapere. Un Io ben strutturato non ha bisogno di negare le emozioni, anche se dolorose, in quanto sa di poster attingere al “magazzino delle potenzialità” (così come ama definirle M. Erickson) per poterle esprimere e, se fonte di conflitto, per poterle affrontare.

 

Vantaggi dell'ipnosi nelle difficoltà psicosomatiche

L’autoipnosi, inoltre, ha molti vantaggi rispetto alla terapia farmacologica come strategia per intervenire sulle difficoltà psicosomatiche: innanzitutto il risparmio economico del non dover acquistare farmaci; in secondo luogo l’evidente beneficio di avere una tecnica che, se ben insegnata, non sembra portare con sé alcun effetto collaterale; inoltre, il vantaggio derivante da una modalità di fronteggiamento proveniente dalla propria capacità personale piuttosto che dall’esterno, migliorando quindi la percezione di essere in grado di fronteggiare il problema, il che, a sua volta, ha altri effetti positivi sul benessere psicofisico generale.

 

Cosa si intende per ipnosi?

L’ipnosi rappresenta una via d’accesso naturale all’inconscio e costituisce un valido ed efficace mezzo per liberare risorse e potenziali nascosti, dimenticati o scarsamente sfruttati. Servendoci dell’ipnosi è possibile raggiungere l’emisfero destro (sede dell’inconscio, delle emozioni, delle immagini, della sintesi) utilizzando un linguaggio verbale (che rappresenta la parte conscia, avente sede nell’emisfero sinistro, insieme alla logica, alla matematica, alla ragione, all’analisi).

Durante l’ipnosi l’emisfero sinistro subisce una sorta di silenziamento: non venendo più utilizzato, esso viene escluso dal circuito di stimolazioni e la sua attività viene momentaneamente azzerata. Entrambe gli emisferi cooperano nell’elaborazione del linguaggio. Il sinistro coglie le similarità semantiche e codifica il linguaggio verbale, analizzando i dati in ingresso in maniera sequenziale, estraendone i dettagli principali e trasformandoli in un codice acustico interno. L’emisfero destro si basa sulle analogie strutturali ed elabora il linguaggio sul piano spaziale; lo organizza e lo rielabora secondo totalità complesse. Nello stato di trance, la ricezione delle suggestioni impartite avviene grazie alla momentanea sospensione dell’esame di realtà, di solito ottenuto dal costante confronto delle informazioni trasmesse ed elaborate dagli organi di senso con quelle già acquisite e immagazzinate: l’assenza di discrepanza tra le nuove informazioni e le preesistenti, consente di accettare il nuovo dato acquisito come dato di realtà.

L’ipnosi, disattivando l’emisfero sinistro, sospende l’esame di realtà, consentendo al soggetto di considerare realtà ciò che gli viene suggerito in quel momento, ovvero ciò che è creato nell’emisfero destro. Alcune informazioni si possono acquisire attraverso la logica e le parole; altre, come le sensazioni, le emozioni, la strutturazione di immagini interne, possono solo esser provate direttamente a livello esperienziale. Una volta che lo stato di trance è stato raggiunto e sperimentato, esso può essere riprodotto con grande facilità e con la pratica la facilitazione risulterà sempre maggiore, analogamente a tutti gli altri processi di apprendimento. Così, una volta appresa, l’ipnosi non potrà esser dimenticata: in mancanza di esercitazione il soggetto potrà in parte arrugginirsi, ma non perderà mai tale abilità acquisita.

 

Eteroipnosi e Autoipnosi: quali differenze?

Nell’eteroipnosi si hanno due fonti di informazione, ovvero le suggestioni fornite dall’ipnotista e le sensazioni esperite dal soggetto. Nel caso dell’autoipnosi, venendo a cessare gli stimoli esterni, la mente si rivolge interamente agli stimoli e sensazioni interne. Il vantaggio dell’autoipnosi consiste nel poter attingere alla riserva interiore delle proprie potenzialità con maggiore facilità. Questo avviene perchè il soggetto è consapevole e conosce la propria sensibilità e i propri peculiari bisogni e abilità. Nella trance, la coscienza risulta scissa.  Nell’eteropinosi c’è, oltre l’ipnotista, il soggetto e la parte che funge da osservatore.

In altre parole, la coscienza è scissa in due. Nel caso dell’autoipnosi, il soggetto deve fungere da direttore (ipnotista), da colui che viene guidato (soggetto) e da osservatore; quindi, la coscienza si ritrova scissa in tre. Tutti i soggetti intervistati riportano, in caso di autoipnosi, una maggiore scissione (che Fromm e Khan chiamano “ego splits”) rispetto all’eteroipnosi.

Shone sostiene che lo stato di autoipnosi è più facile da raggiungere se si è stati sottoposti almeno una volta all’eteroipnosi. Le ragioni sono: a) si sa cosa aspettarsi, b) si è consapevoli/si imparano le risposte corporee, c) si prende confidenza con l’esperienza, d) si sfruttano i vantaggi delle suggestioni post-ipnotiche, e) si fugano dubbi ed incertezze (Shone). Prima degli anni ’70, l’opinione più diffusa e accredita era che auto ed eteroipnosi fossero sostanzialmente la stessa cosa e che la sola differenza consistesse nel “chi” induceva lo stato di trance. In realtà, sebbene qualsiasi forma di ipnosi sia essenzialmente un’autoipnosi, quest’ultima non coincide del tutto con l’eteroipnosi. Partendo da questo presupposto, insegnare l’autoipnosi vuol dire insegnare l’induzione di una trance individuale ed approfondirla. Secondo Shone, infatti, una guida è sempre richiesta nell’utilizzo delle suggestioni, delle immagini, delle metafore; in questo caso il clinico insegna al cliente/paziente non l’autoipnosi semplicemente, ma l’autoterapia.

 

Disturbi Psicosomatici

Il termine “psicosomatico” è composto da due parole di origine greca: psiche (anima) e soma (corpo) ad indicare l’inscindibile legame fra i due fattori, che hanno una costante, reciproca influenza.

È ormai consuetudine affermare, come il benessere (o malessere) fisico condizioni la sfera affettivo/emozionale e, viceversa, come lo stato psichico abbia ripercussioni sul fisico.
Lo stesso mondo medico ha abbandonato da tempo il vecchio approccio alla malattia intesa come risultante da un’unica causa, per sostituirlo con una più recente concezione multifattoriale della stessa, in cui l’aspetto psicologico assume un ruolo rilevante. 

L’American Psychiatric Association definisce come psicosomatico “tutto ciò che fa riferimento a una costante e inseparabile interazione della psiche (mente) e del soma (corpo)”.
A differenza del sintomo psicosomatico, che è costituito da un segno, una disfunzione specifica che si manifesta attraverso l’attivazione del sistema autonomo e di una risposta vegetativa in una particolare situazione di stress o di disagio psichico, (ad esempio l’iperacidità gastrica a parlare in pubblico soprattutto per la prima volta) la malattia psicosomatica rappresenta una modalità più “organizzata” dell’organismo per la manifestazione del proprio disagio.


Secondo molti studiosi, alcune esperienze di vita farebbero emergere (o riemergere) ansia ed emozioni troppo dolorose per poter essere percepite e vissute dall’individuo, il quale, inconsciamente, metterebbe in atto questo meccanismo difensivo di espressione del disturbo attraverso il soma.

La malattia psicosomatica rappresenta, in tal senso, una modalità indiretta di espressione, una metafora, di ciò che viene inconsapevolmente ritenuto inaccettabile, per tutti coloro che non hanno possibilità di simbolizzazione del proprio mondo interno.

 

Possibili ambiti applicativi del trattamento ipnotico per disturbi psicosomatici

  • L’emicrania si manifesta come un disturbo caratterizzato da acuti mal di testa che durano dalle 4 alle 72 ore, con un’intensità variabile. L’emicrania inoltre ha come peculiarità quella di influenzare negativamente le attività quotidiane e diventa più forte in seguito a sforzi fisici o mentali, in questi casi lo scopo dell’ipnosi è quello di ridurre il numero degli episodi di emicrania e cefalea e di abbassare i livelli di intensità.
  • I disturbi gastrointestinali si presentano come una categoria di patologie strettamente collegate agli stati emotivi che caratterizzano la vita passata o presente del paziente. Oltre a aspetti emotivi come ansia e depressione, coesistono elementi connessi alla motilità intestinale, bruciori di stomaco, eccessiva produzione di acidi gastrici, nausea e vomito. L’ipnosi in questo caso specifico non solo riduce i livelli di ansia e di depressione associati a questa condizione invalidante, ma per mezzo della trance, è in grado di modificare le convinzioni distorte dei pazienti, intervenendo anche sulla fisiologia del corpo per ripristinarla in senso funzionale riducendo, per esempio, la forza delle contrazioni nella parte finale del colon; normalizzando la sensibilità rettale; influenzando lo svuotamento gastrico e la secrezione di acidi gastrici.
  •  L’ipertensione consiste in un disturbo eterogeneo che raramente si accompagna a sintomi specifici. Tuttavia, alcuni pazienti ipertesi riportano mal di testa, vertigini, visione alterata ed episodi di svenimento. I risultati di uno studio condotto da Whorwell nel 2008 dimostrano che i pazienti ipertesi trattati con ipnosi presentano una drastica diminuzione dello stress legato alla malattia, riportando inoltre migliori valutazioni della loro qualità della vita dopo l’intervento.

Inoltre l’ipnosi rappresenta uno strumento d’elezione nel trattamento dei disturbi d’ansia, nella psicosomatica e in tutti i sintomi di origine emotiva, oltre che per trattamenti specifici in chirurgia, analgesia e in odontoiatria.

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo, Fiumicino, offre l'opportunità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate ai disturbi psicosomatici, accogliendo e accompagnando gli individui all'interno del proprio percorso terapeutico, anche attraverso l'utilizzo delle tecniche ipnotiche.