Mercoledì, 29 Maggio 2019 13:49

Il disturbo bipolare

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I primi segni: come riconoscere il disturbo bipolare? 

 

Ognuno di noi sperimenta nel corso della giornata o nella normalità della propria esistenza le variazioni del tono dell’umore, ovvero i cambiamenti nel proprio equilibrio dell’espressione delle emozioni e degli stati d’animo; l’umore della persona rappresenta l’insieme delle caratteristiche affettive, umorali che condizionano e definiscono l’esistenza.  

Il disturbo bipolare è un disturbo che condiziona appunto il tono dell’umore ed è caratterizzato dalla presenza di episodi ipomaniacali, maniacali, misti accompagnati da episodi depressivi. 

 

L’altalena dell’umore: episodi maniacali e ipomaniacali e depressivi 

 

Mania: stato mentale caratterizzato da senso generale di euforia e grande 

eccitazione, allegria irrefrenabile e immotivata 

 

Ipomania: una mania con tono smorzato 

 

Con conseguenze meno invalidanti e negative 

 

Nei momenti “alti” definiti maniacali le persone sperimentano diverse combinazioni di elementi tra cui umore espanso o euforico, umore irritabile, poco bisogno di sonno, sentimenti di grandiosità, aumentata loquacità rispetto alla condizione standard della persona, affollamento delle idee o sensazione che i pensieri scorrano troppo velocemente, incremento della quantità di energia e di attività.

Frequenti sono anche i cambiamenti delle capacità cognitive come miglioramento delle capacità attentive o di percezione ma che portano a mettere in atto delle azioni impulsive e spesso imprudenti con conseguenze spesso negative. L’intensità e la severità dei sintomi manifesti in questa fase dell’umore portano a sentirsi particolarmente irritabili (nervosi o arrabbiati); nello stato ipomaniacale i sintomi sono identici ma differiscono per durata e sintomatologia complessiva più attenuata (non sono presenti neanche deliri o allucinazioni) quindi l’impatto risulta più mite sulle funzioni sociali e lavorative della persona.

L’ipomania è una condizione più difficile da evidenziare poiché potrebbe essere scambiata per un particolare stato di benessere o espressione di carattere esuberante, ma evidenziarla risulta importante per prevedere una fase successiva più intensa in forma depressiva o maniacale.  

Durante i periodi di depressione - il momento in cui il tono dell’umore tende verso il basso - è difficile focalizzarsi su qualsiasi cosa.  

La persona potrà sperimentare il rallentamento delle funzioni mentali e fisiche; prendere decisioni, concentrarsi, potrebbero risultare attività molto difficili. Sono frequenti disturbi della memoria e presenza delle ruminazioni ovvero dei pensieri ripetitivi che invadono la mente e inducono sentimenti di vergogna, colpa e svalutazione.

La fase depressiva del disturbo bipolare è caratterizzata dal predominio dell’apatia sulla tristezza, dell’inibizione psicomotoria sull’ansia e dell’ipersonnia sull’insonnia. 

 

Come affrontare i disturbi bipolare?

Ora con delle informazioni in più potete cercare di capire se i vostri sbalzi di umore siano riconducibili a questa malattia, caratterizzata da forte predisposizione genetica ma condizionata dagli eventi della vita; è possibile individuare la progressione del disturbo e giungere ad una prognosi più o meno positiva sia rispetto al vostro futuro sia rispetto la qualità della vita.  

 

Cosa accade se non curo il disturbo bipolare?

Peggioramento dei sintomi durante: 

gli episodi di malattia 

Aumento del rischio di suicidio 

Problemi psicologici e sociali maggiori 

 

Le spiegazioni dell’esperto possono risultare più comprensibili se si sono sperimentati sia un episodio di eccitamento che un episodio depressivo. Spesso gli episodi di mania o di depressione vengono attribuiti a eventi specifici assunti come unica causa del problema.

Abbiamo già spiegato che lo stress interessa sicuramente il decorso della malattia contribuendo ad un peggioramento qualora non venga limitato o attenuato. Allo stesso modo bisogna tenere presente la possibilità che il tono dell’umore possa variare in ragione ad altre circostanze come squilibri ormonali, disturbi della personalità, o altri disturbi biologici o psichiatrici.

Lo stress incide sul decorso del disturbo e può incrementare la possibilità di sviluppare un episodio maniacale o depressivo nelle persone con elevata vulnerabilità biologica; esso consente di fare previsioni in positivo o in negativo circa il futuro del disturbo, infatti studiando i fattori che possono avere forte impatto emotivo per la persona si può programmare un intervento calibrato sulle specifiche esigenze e sulla storia di vita.  

 

Quali sono gli stress ai quali siete particolarmente sensibili? 

Le situazioni di stress possono essere controllate al fine di ridurne l’impatto emotivo sulla vita dell’individuo. Conoscere quali situazioni sono particolarmente stressanti risulta utile per mettere in atto delle strategie tese ad evitare ricadute legate all’esposizione a tali stimoli nocivi.

Bisogna evidenziare come esistono delle condotte che aumentano il rischio di un episodio di mania o di depressione:

  • utilizzo di alcool
  • droghe
  • ciclo sonno veglia irregolare

Ci sono, inoltre, episodi di vita imprevedibili che possono far vacillare il nostro equilibrio; questi eventi, che non devono essere per forza traumi maggiori, portano però ad un investimento emotivo massiccio rispetto al normale comportando uno squilibrio del nostro funzionamento. 

 

Parola d’ordine: collaborare  

Molto spesso è stata sottolineata l’importanza della collaborazione tra terapeuta e paziente per migliorare il trattamento. Lo psichiatra e lo psicoterapeuta sono le figure più adatte per rispondere ad ogni dubbio che può venire ma fondamentale risulta affidarsi e fidarsi della loro esperienza clinica.

Fidarvi e affidarvi al vostro dottore e seguire le indicazioni che vi fornisce è fondamentale affinché il trattamento sia efficace. Le ricerche identificano nella scarsa compliance al trattamento uno dei fattori responsabili della percentuale più alta di ricadute; nello specifico possiamo dire che le ricadute spesso sono legate:

  • scarsa aderenza alla terapia farmacologica 
  • non rispettare appuntamenti per il controllo
  • relazioni familiari povere e mancanza di supporto sociale • abuso di alcool e di sostanze che riduce l’effetto della terapia farmacologica e si associa a 
  • scarsa collaborazione alla terapia  

 

Ciò che racconterete al professionista di fiducia potrà aiutarlo ad aiutarvi: non fornire notizie, omettere dei particolari potrebbe rivelarsi confondente e essere un danno.

La terapia del disturbo bipolare dovrebbe occuparsi di trattare le varie fasi e cioè quella acuta, la subacuta e il rischio di ricadute e recidive nel corso del tempo. Erroneamente si ritiene che tutte le cure siano uguali e che la terapia farmacologica possa essere sostituita dalla psicoterapia e viceversa ma non è cosi, infatti solo l’integrazione dei due percorsi migliora la riuscita del trattamento e diminuisce le ricadute.

Per quanto riguarda la psicoterapia e la psicoeducazione alcune ricerche sulla depressione e sul disturbo bipolare hanno dimostrato che la maggiore conoscenza del disturbo corrisponde ad una maggiore aderenza al trattamento e ad una maggiore fiducia nel professionista e nel percorso stesso.

Tra le malattie psichiatriche il disturbo bipolare è quella che ha una base organica più chiara perciò non risulta strano capire l’impatto che il farmaco può avere nel processo di cura.  Eppure, spesso, per una molteplicità di fattori le persone sono reticenti alla cura farmacologica stabile.

Alcuni lamentano gli effetti collaterali intollerabili, altri si rifiutano di prendere gli psicofarmaci perché sono convinti che questo sia una dimostrazione del loro essere “matti”, altri ancora credono che una volta attenuati o svaniti i sintomi che li hanno portati alla visita specialistica sia superfluo continuare ad assumere il farmaco.

Ognuna di queste motivazioni è importante e dovrà essere considerata dal medico ma è importante cercare di comprendere perché lo psichiatra prescrive il farmaco e perché è necessario assumerlo con regolarità.

 

Oltre le medicine…. La psicoterapia

Abbiamo più volte sottolineato che il trattamento farmacologico deve essere unito alla psicoterapia per migliorare l’aderenza e la riuscita del trattamento. 

Gli obiettivi del trattamento non farmacologico sono:   

  • aiutare la persona a trovare un senso agli episodi presenti e passati 
  • discutere insieme del piano di trattamento a lungo termine vista la vulnerabilità a episodi futuri 
  • aiutare le persone ad accettare e ad adattarsi al regime terapeutico
  • trovare insieme al terapeuta strategie per affrontare al meglio lo stress
  • migliorare il funzionamento sul lavoro
  • migliorare le relazioni in famiglia e sociali  

Molto importante nel percorso di psicoterapia diventa la fase di psicoeducazione che permette alla persona di comprendere ciò che gli sta succedendo e lo aiuta a non sentirsi colpevole ma accettato; la persona che comprende diventa attiva nel suo percorso terapeutico, in un clima di conoscenza dell’argomento e di apprendimento di strategie che può  condividere con le altre persone per lui significative, smettendo così di sentirsi isolato.

Questo percorso di conoscenza del disturbo permette di ridurre il numero degli episodi di alternanza dell’umore e dei ricoveri poiché aumentando la capacità di ricercare aiuto nei momenti di peggioramento permette di sentirsi meno in balia della malattia e fornisce strumenti per gestire al meglio le fasi che si stanno attraversando. 

 

Regolarizzare lo stile di vita un’utile strategia per combattere il disturbo

Regolarizzare il proprio stile di vita eliminando o riducendo delle condotte che possono essere deleterie e portare a ricadute è molto importante. 

 

Consigli utili in caso di disturbi bipolare

Il sonno è l’elemento terapeutico molto importante, è necessario cercare di mantenere una regolarità nelle ore di sonno quotidiane, per questo una volta riconosciuta la fase in cui ci si trova in un determinato momento sarà necessario diminuire le ore di sonno se ci si trova in una fase che riconosciamo come depressiva e aumentarle cercando di effettuare attività rilassanti se ci si trova in una fase di ipereccitazione; bisogna tenere presente come il ritmo sonno-veglia dipenda da abitudini apprese e a volte è meglio rispettare tali abitudini invece che cercare di modificarle.

È il caso di persone forti fumatori che non possono rinunciare all’ultima sigaretta prima di dormire o persone che dormono mentre guardano la televisione. In alcuni casi risulta molto importante effettuare un registro di diario del sonno per alcune settimane al fine di renderci consapevoli di eventuali problemi che riguardano questo aspetto. Una persona adulta dovrebbe dormire tra le 7 - 9 ore al giorno è raccomandabile che siano in maniera consecutiva durante la notte. L’ideale sarebbe che gli orari fossero regolari per tutta la settimana e dovrebbe essere evitata l’abitudine di alzarsi molto tardi il fine settimana perché ciò può avere diretta conseguenza sulla qualità del sonno nei giorni seguenti.

In ogni modo se si esce la sera e si va a dormire tardi è raccomandabile comunque garantire otto ore di sonno.

Passare la notte svegli per lavoro ecc… è sconsigliabile poiché dormire poco per diverse notti consecutive è sufficiente a scatenare un episodio maniacale.

Riguardo al riposo pomeridiano il tempo massimo consigliabile dovrebbe essere di circa trenta minuti, non si deve effettuare il riposo pomeridiano se si ha il sospetto di una fase depressiva che sta iniziando.  

Riguardo alla dieta è frequente che molte persone con disturbo bipolare siano preoccupate per un aumento di peso che potrebbe verificarsi legato alle abbuffate e alle condotte non regolari degli stati ansiosi, della sedentarietà o dell’effetto di alcuni farmaci sul peso corporeo.

E’ raccomandabile non sottomettersi a una dieta molto restrittiva ma può essere necessaria una dieta controllata dal dietologo in collaborazione con lo psicologo.  Per quanto riguarda quest’area i pazienti che assumono litio non dovrebbero iniziare bruscamente una dieta ipocalorica.

Molte persone non praticano attività sportiva in maniera razionale, effettuano esercizio fisico solamente quando lo desiderano e spesso questo coincide con l’inizio della fase ipomaniacale o maniacale e ciò conduce a un peggioramento del quadro. È importante spendere qualche minuto per soffermarsi sull'mportanza del praticare attività sportiva con regolarità sia quando si è più attivi che quando si è in fasi depressive: anche se in queste fasi praticare sport risulta molto impegnativo e richiede un grande sforzo psicologico, questo può permettere di  combattere l’episodio depressivo; durante le fasi di ipomania o mania lo sport eccessivo va invece  a peggiorare la condizione della persona, quindi in queste fasi risulta migliore un condotta più sedentaria rispetto alla normalità. 

 

Cosa accade se non ci si cura il disturbo bipolare

  • Peggioramento dei sintomi durante gli episodi di malattia
  • Aumento del rischio di suicidio del 10-15 %
  • Problemi psicologici e sociali 
  • Episodi di violenza: il comportamento aggressivo risulta essere superiore rispetto alla popolazione generale 

 

L’aspettativa di guarigione migliora se

  • Si effettua una diagnosi accurata e repentina: questo favorisce un intervento più efficace e conduce ad un esito più favorevole
  • Viene mantenuta l’aderenza al trattamento farmacologico, sia nella fase dei sintomi acuti che subacuti
  • Vengono limitati gli stress psico fisici con uno stile di vita sano 

 

Gestire le situazioni di emergenza in caso di disturbo bipolare

Tra le condotte che possono minacciare la vita di una persona affetta da disturbo bipolare quella più pericolosa è tentare di togliersi la vita; suicidarvi o pensare ad un modo per farlo impone di chiedere immediatamente aiuto  

  • Chiamate il 118 oppure recatevi al pronto soccorso dell’ospedale più vicino
  • Chiamate il vostro medico curante
  • Chiedete ad un vostro familiare o a un amico di portarvi al pronto soccorso o di contattare il medico al posto vostro 

Il rischio di suicidio sembra essere più elevato all’inizio della malattia perciò riconoscere il disturbo e sapere come gestirlo al meglio riduce il rischio di morte. Lo stato più pericoloso per una ideazione di tipo suicidario è lo stato misto quando cioè la persona è estremamente irritabile e nervosa ma allo stesso tempo non prova piacere nel fare le cose; questo stato mentale associato ad un’elevata impulsività può rivelarsi fatale. I fattori che possono incidere sulla condotta estrema possono essere di diversa natura tra cui i problemi familiari, circostanze di vita stressanti e qualsiasi cosa si creda di non poter fronteggiare.  Cercate sempre di condividere con le persone che vi sono vicine il vostro stato mentale ed emotivo, questo aiuterà loro ad aiutare voi.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, una resa o una dichiarazione di dipendenza dagli altri, ma un atto di intelligenza e di responsabilità; essere libero non significa liberarsi di tutte le persone che ci circondano ma essere in grado di decidere quando è opportuno chiedere una mano piuttosto che affondare.  

 

Che ruolo ha giocato lo stress? 

Lo stress interessa il decorso del disturbo bipolare e può incrementare la possibilità di sviluppare un episodio maniacale o depressivo nei soggetti con un’elevata vulnerabilità biologica; inoltre, è un importante fattore prognostico: consente cioè di fare delle previsioni in positivo o in negativo circa il futuro del vostro disturbo e aiuterà lo psichiatra e lo psicoterapeuta a programmare un intervento calibrato sulle vostre esigenze.  Conoscere quali sono le situazioni particolarmente stressanti sarà sicuramente utile per mettere in atto strategie tese ad evitare ricadute veicolate dall’esposizione a tali stimoli; i momenti di stress ai quali si risponde con particolare reattività sono quelli che vi hanno tenuto svegli per diversi giorni o che hanno contribuito a peggiorare il vostro umore o momenti semplici che hanno messo a dura prova il vostro sistema nervoso. 

 

Cosa non è il disturbo bipolare

Di fatto spesso i pazienti stessi negano di avere il disturbo dell’umore per non andare incontro ad una stigmatizzazione o per paura di svelare una realtà che li metterebbe in cattiva luce con i familiari o con i colleghi o con gli amici. Questo innesca una spirale di non conoscenza e diffidenza, creando effettivamente problemi nell’ambiente sociale. Questo di certo non aiuta a gestire con serenità il disturbo, che potrebbe essere invece non invalidante se affrontato nella giusta maniera. 

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