Identità di genere e orientamento sessuale - Consultorio Psicologico Antera Roma

Identità di genere e orientamento sessuale

L’osservazione dell’attuale contesto storico-sociale ha rilevato come l’acronimo LGBTQ+ e i termini associati (lesbiche, gay, bisessuale, transgender, queer), siano sempre più frequentemente usati nel linguaggio comune dei giovani e non.

Tuttavia, l’uso di questi termini avviene a volte in maniera non corretta, probabilmente poiché c’è alla base una confusione tra concetti strettamente intrecciati come ruolo di genere, identità di genere e orientamento sessuale.

Imparare ad orientarsi fra i diversi significati, accogliendo e supportando i nostri ragazzi

Il ruolo di genere corrisponde ad un insieme di comportamenti e consuetudini, in linea con un dato sistema sociale, che si mettono in atto per esprimere agli altri l’appartenenza a un determinato sesso. L’essere in linea o meno con queste “norme” sociali non corrisponde però al percepirsi o non percepirsi come maschi o femmine. Ad esempio ad una bambina potrebbe piacere giocare a calcio piuttosto che con le bambole ma non significa che si senta un maschio.

L’identità di genere risponde alla domanda interna “chi sono io: maschio, femmina, un po' di entrambi, nessuno dei due?” Tipicamente l’identità di genere inizia a svilupparsi sin dall’infanzia e può accadere che gli individui sentano una corrispondenza con il sesso biologico col quale sono nati, oppure che si percepiscano in maniera opposta al proprio sesso biologico.

L’orientamento sessuale risponde alla domanda “a me chi piace? Verso chi è diretto il mio desiderio? Da chi sono attratto emotivamente, fisicamente e affettivamente?” L’orientamento sessuale si sviluppa durante la pubertà. per poi definirsi in maniera più stabile in età adulta, e si può declinare in:

  • eterosessuale: attrazione verso persone del sesso opposto
  • omosessuale: attrazione verso persone dello stesso sesso
  • bisessuale: attrazione verso entrambi i sessi
  • pansessuale: attrazione verso tutti i generi e sessi, ad essere scelta è la persona per alcune sue determinate caratteristiche personologiche.

Identità di genere: che cos'è e come può esprimersi

Proviamo ad approfondire il concetto di identità di genere, immaginandolo non collocato su due polarità quali maschile e femminile, ma che si possa delineare con più sfumature giungendo alla seguente classificazione:

  • cisgender: ci si riconosce nel proprio sesso biologico,
  • transgender: la percezione di sé è opposta a quella dei caratteri sessuali primari e secondari,
  • transessuale: persone transgender che hanno iniziato un lungo percorso psicologico e medico di transizione che le porterà a raggiungere l’identità di genere d’appartenenza,
  • agender: non ci si sente né maschio né femmina, a prescindere dal proprio aspetto fisico,
  • bigender: si sente dentro di sé la compresenza sia del genere maschile che del genere femminile,
  • gender fluid: la percezione di sé e quindi la propria identità di genere cambia a seconda dei momenti e oscilla prevalentemente tra il sentirsi donna e il sentirsi uomo. Rappresentativo di questo uscire fuori dal binario dell’identità di genere, talvolta abbracciando ambedue le sue estremità, talvolta allontanandosene del tutto, è il termine ombrello Gender queer.

Che cosa si intende per disforia di genere

Abbiamo visto come non sempre c’è una corrispondenza tra la percezione della propria identità e il sesso biologico ed in alcuni casi può comportare un profondo malessere e stato di stress. Quando ciò accade si parla di disforia di genere.

Nel DSM-5 la disforia di genere viene definita come uno stato persistente di sofferenza clinicamente significativa e/o con compromissione del funzionamento sociale, scolastico o in altre aree importanti, causata nell’individuo dalla percezione di una significativa incongruenza tra la propria identità di genere e il proprio corpo (caratteristiche sessuali primarie e secondarie), quasi come se si sentisse imprigionato in un corpo che rifiuta.

Questo tipo di disagio può essere sperimentato già durante gli anni dell’infanzia e presentarsi con specifiche caratteristiche, alcune simili a quelle dell’adulto (affermazioni da parte del bambino o della bambina di essere del sesso opposto; preferenza ad indossare gli abiti del sesso opposto; preferenza verso giochi che prevedono uno scambio di ruolo; preferenza a giocare con dei giochi destinati all’altro sesso; desiderio di essere dell’altro sesso; sviluppo di emozioni negative verso i propri genitali; rifiuto attivo verso giochi ed attività destinate al sesso di appartenenza).

Durante la pubertà ci può essere una verifica della disforia di genere presente già nell’infanzia, e quindi accade che ci sia o il superamento o la conferma.

Adolescenza e identità di genere

L’adolescenza è un periodo in cui i ragazzi sono chiamati ad un grande compito evolutivo: strutturare una propria identità unica. Sono alle prese con numerosi cambiamenti, sia corporei che mentali, si confrontano con lati del carattere ambivalenti e a volte in conflitto tra loro. L’adolescenza è il tempo della ricerca di una propria autenticità, fatta di gusti e preferenze autonome, in un processo di scelta di quanto e cosa tenere e lasciare andare dei modelli familiari e di quelli sociali.

In questo processo di definizione di sé rientrano anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere che, se diversi dal gruppo dei pari, potrebbero essere vissuti con vergogna, senso di inadeguatezza e paura della stigmatizzazione come “diverso”. Queste pressioni sociali e relazionali potrebbero acuirsi e comportare un aumentato rischio di disturbi psichici, di isolamento e di disadattamento sociale, fino in alcuni casi al suicidio.

Allo stesso tempo anche le relazioni familiari potrebbero essere fonte di tensioni nel momento in cui le scelte identitarie e sessuali dell’adolescente non coincidano con le aspettative genitoriali, a volte compromettendo il riconoscimento e l’accettazione del ragazzo da parte dell’ambiente familiare.

Altre volte i genitori, pur mostrando un’iniziale e forse titubante approvazione, possono rimanere bloccati da paure e pregiudizi nell’affrontare un confronto aperto su quelle specifiche tematiche, lasciando l’adolescente solo con i propri dubbi e timori.

Che cosa fare per favorire una buona definizione di se'?

Offrire all’adolescente uno spazio d’ascolto psicologico per parlare in modo costruttivo e sano dei propri vissuti, dei conflitti interiori, delle ansie relativi alla definizione di un sé, comprensivo dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, si rivela necessario e funzionale ad un processo di autentica accettazione personale. Al contempo è necessario accogliere anche i genitori con i loro timori ed emozioni, per sostenerli nel loro ruolo e  nelle funzioni di accompagnamento dei figli.

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino, offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate al proprio orientamento sessuale o all'identità di genere, accogliendo e accompagnando gli individui e le famiglie all'interno di percorsi terapeutici.