Imparare ad orientarsi fra i diversi significati, accogliendo e supportando i nostri ragazzi
L’osservazione dell’attuale contesto storico-sociale ha rilevato come l’acronimo LGBTQ+ e i termini associati (lesbiche, gay, bisessuale, transgender, queer), siano sempre più frequentemente usati nel linguaggio comune dei giovani e non. Tuttavia, l’uso di questi termini avviene a volte in maniera non corretta, probabilmente poiché c’è alla base una confusione tra concetti strettamente intrecciati come ruolo di genere, identità di genere e orientamento sessuale.
- Il ruolo di genere corrisponde ad un insieme di comportamenti e consuetudini, in linea con un dato sistema sociale, che si mettono in atto per esprimere agli altri l’appartenenza a un determinato sesso. L’essere in linea o meno con queste “norme” sociali non corrisponde però al percepirsi o non percepirsi come maschi o femmine. Ad esempio ad una bambina potrebbe piacere giocare a calcio piuttosto che con le bambole ma non significa che si senta un maschio.
- L’identità di genere risponde alla domanda interna “chi sono io: maschio, femmina, un po' di entrambi, nessuno dei due?” Tipicamente l’identità di genere inizia a svilupparsi sin dall’infanzia e può accadere che gli individui sentano una corrispondenza con il sesso biologico col quale sono nati, oppure che si percepiscano in maniera opposta al proprio sesso biologico.
- L’orientamento sessuale risponde alla domanda “a me chi piace? Verso chi è diretto il mio desiderio? Da chi sono attratto emotivamente, fisicamente e affettivamente?” L’orientamento sessuale si sviluppa durante la pubertà. per poi definirsi in maniera più stabile in età adulta, e si può declinare in:
eterosessuale: attrazione verso persone del sesso opposto
omosessuale: attrazione verso persone dello stesso sesso
bisessuale: attrazione verso entrambi i sessi
pansessuale: attrazione verso tutti i generi e sessi, ad essere scelta è la persona per alcune sue determinate caratteristiche personologiche.
Identità di genere: che cos'è e come può esprimersi
Proviamo ad approfondire il concetto di identità di genere, immaginandolo non collocato su due polarità quali maschile e femminile, ma che si possa delineare con più sfumature giungendo alla seguente classificazione:
- cisgender: ci si riconosce nel proprio sesso biologico
- transgender: la percezione di sé è opposta a quella dei caratteri sessuali primari e secondari
- transessuale: persone transgender che hanno iniziato un lungo percorso psicologico e medico di transizione che le porterà a raggiungere l’identità di genere d’appartenenza
- agender: non ci si sente né maschio né femmina, a prescindere dal proprio aspetto fisico
- bigender: si sente dentro di sé la compresenza sia del genere maschile che del genere femminile
- gender fluid: la percezione di sé e quindi la propria identità di genere cambia a seconda dei momenti e oscilla prevalentemente tra il sentirsi donna e il sentirsi uomo. Rappresentativo di questo uscire fuori dal binario dell’identità di genere, talvolta abbracciando ambedue le sue estremità, talvolta allontanandosene del tutto, è il termine ombrello Gender queer.
Che cosa si intende per disforia di genere
Abbiamo visto come non sempre c’è una corrispondenza tra la percezione della propria identità e il sesso biologico ed in alcuni casi può comportare un profondo malessere e stato di stress. Quando ciò accade si parla di disforia di genere. Nel DSM-5 la disforia di genere viene definita come uno stato persistente di sofferenza clinicamente significativa e/o con compromissione del funzionamento sociale, scolastico o in altre aree importanti, causata nell’individuo dalla percezione di una significativa incongruenza tra la propria identità di genere e il proprio corpo (caratteristiche sessuali primarie e secondarie), quasi come se si sentisse imprigionato in un corpo che rifiuta.
Questo tipo di disagio può essere sperimentato già durante gli anni dell’infanzia e presentarsi con specifiche caratteristiche, alcune simili a quelle dell’adulto (affermazioni da parte del bambino o della bambina di essere del sesso opposto; preferenza ad indossare gli abiti del sesso opposto; preferenza verso giochi che prevedono uno scambio di ruolo; preferenza a giocare con dei giochi destinati all’altro sesso; desiderio di essere dell’altro sesso; sviluppo di emozioni negative verso i propri genitali; rifiuto attivo verso giochi ed attività destinate al sesso di appartenenza). Durante la pubertà ci può essere una verifica della disforia di genere presente già nell’infanzia, e quindi accade che ci sia o il superamento o la conferma.
Adolescenza e identità di genere
L’adolescenza è un periodo in cui i ragazzi sono chiamati ad un grande compito evolutivo: strutturare una propria identità unica. Sono alle prese con numerosi cambiamenti, sia corporei che mentali, si confrontano con lati del carattere ambivalenti e a volte in conflitto tra loro. L’adolescenza è il tempo della ricerca di una propria autenticità, fatta di gusti e preferenze autonome, in un processo di scelta di quanto e cosa tenere e lasciare andare dei modelli familiari e di quelli sociali.
In questo processo di definizione di sé rientrano anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere che, se diversi dal gruppo dei pari, potrebbero essere vissuti con vergogna, senso di inadeguatezza e paura della stigmatizzazione come “diverso”. Queste pressioni sociali e relazionali potrebbero acuirsi e comportare un aumentato rischio di disturbi psichici, di isolamento e di disadattamento sociale, fino in alcuni casi al suicidio.
Allo stesso tempo anche le relazioni familiari potrebbero essere fonte di tensioni nel momento in cui le scelte identitarie e sessuali dell’adolescente non coincidano con le aspettative genitoriali, a volte compromettendo il riconoscimento e l’accettazione del ragazzo da parte dell’ambiente familiare.
Altre volte i genitori, pur mostrando un’iniziale e forse titubante approvazione, possono rimanere bloccati da paure e pregiudizi nell’affrontare un confronto aperto su quelle specifiche tematiche, lasciando l’adolescente solo con i propri dubbi e timori.
Che cosa fare per favorire una buona definizione di se'?
Offrire all’adolescente uno spazio d’ascolto psicologico per parlare in modo costruttivo e sano dei propri vissuti, dei conflitti interiori, delle ansie relativi alla definizione di un sé, comprensivo dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, si rivela necessario e funzionale ad un processo di autentica accettazione personale.
Al contempo è necessario accogliere anche i genitori con i loro timori ed emozioni, per sostenerli nel loro ruolo e nelle funzioni di accompagnamento dei figli.
Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino, offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate al proprio orientamento sessuale o all'identità di genere, accogliendo e accompagnando gli individui e le famiglie all'interno di percorsi terapeutici.