Martedì, 26 Marzo 2019 10:36

Depressione post partum: cause, sintomi e terapie

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Depressione Postpartum: Che cos'è e quali sono i fattori di rischio

La depressione post-partum è un disturbo di natura psicologica che può manifestarsi a vari livelli di gravità: da forme lievi e transitorie che prendono il nome di baby blues, a depressioni conclamate e più durature. Non è una “debolezza” né un “difetto caratteriale”, ma una vera e propria condizione di malessere che va riconosciuta ed affrontata. Le donne dopo il parto possono sentirsi tristi senza motivo, irritabili, facili al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che le attendono. Inoltre, un sentimento ricorrente tra le neomamme, è quello della vergogna mista al senso di colpa. La paura di essere considerate delle madri inadeguate, alimentata da aspettative poco realistiche, può portare le donne a sentirsi colpevoli e ad essere poco inclini a cercare aiuto, dimenticando che occorre tempo per adattarsi alla maternità.

Non sono ancora state rintracciate spiegazioni univoche riguardo alle cause del fenomeno, ci sono molti fattori che concorrono alla comparsa della depressione post-partum, sia a livello organico che psicologico. Da un punto di vista fisiologico un ruolo importante è giocato dalla caduta dei livelli di estrogeni e progesterone dopo il parto, che amplificano sensazioni di stanchezza, pigrizia e abbassamento del tono dell'umore. A livello psicologico vanno considerati fattori quali alte e irrealistiche aspettative rispetto al proprio ruolo genitoriale, timore e senso di inadeguatezza per le imminenti responsabilità legate alla nascita del bambino e condizioni di scarso supporto familiare e sociale.

Va anche sottolineato come il rischio di sviluppare una depressione post partum può aumentare se vi è una familiarità rispetto ad una sintomatologia depressiva e ansiosa o se vi sono stati eventi stressanti nella vita della neo mamma durante l'anno precedente, come complicazioni di gravidanza, lutti, malattie o perdita di del lavoro. Semplice malinconia o depressione vera e propria? Molte mamme sperimentano semplicemente un malessere fisiologico chiamato "baby blues” (malinconia), che spesso si manifesta dopo la nascita del bambino e che generalmente comprende sbalzi d'umore e crisi di pianto che si risolvono rapidamente. Altre neomamme vanno però incontro ad una più severa e duratura forma di depressione, nota appunto come depressione post-partum.

E' importante distinguere fra una fragilità transitoria e l'instaurarsi di un possibile disturbo depressivo vero e proprio.

- Il baby blues: chiamato anche blues post-partum, consiste in un transitorio disturbo emotivo che si manifesta attraverso stati di tristezza e di ansia, irritabilità e crisi di pianto. Sebbene sia una condizione di disagio, tende a scomparire nell’arco di un paio di settimane, non richiedendo particolari cure, se non la possibilità che il proprio malessere possa essere accolto e ascoltato dalle persone più vicine. Il baby blues non è un vero e proprio disturbo, ma una condizione quasi fisiologica e molto frequente, si manifesta in più del 70% delle neomamme e la sua insorgenza è dovuta principalmente al drastico cambiamento ormonale nelle ore successive al parto e alla spossatezza fisica e mentale.

- La depressione post-partum: i sintomi principali sono improvvisi cambiamenti di umore, che si manifestano in forme mutevoli per durata e per frequenza, indolenza, affaticamento, inappetenza, insonnia o sonno eccessivo, confusione, pianto inconsulto, disinteresse per il bambino, paura di far male al proprio figlio o a se stessi. Il fenomeno è riscontrato in circa il 10% delle donne che hanno appena partorito, con un incremento del 30% se ne hanno già sofferto in occasione di un parto precedente.

 

Depressione post partum: la relazione tra mamma e bambino

La mamma che soffre di depressione post partum può reagire in due modi diversi nei confronti del suo bambino: può assumere un atteggiamento iperprotettivo, perdendo di vista i reali bisogni del neonato o può arrivare a sentirsi talmente inadeguata, da delegare totalmente la cura del bambino ad altri. E' molto importante per la madre affrontare quanto gli sta accadendo e poter così proteggere e tutelare il rapporto con il proprio figlio, costruendo gradualmente una buona relazione. Riconoscere ed affrontare il proprio stato depressivo è importante per poter trovare un buon equilibrio tra i propri bisogni e quelli del neonato.

 

Come affrontare la depressione post partum

Generalmente, se dopo la nascita del proprio bambino ci si sente depresse, si può essere riluttanti o imbarazzate a parlare del proprio stato d'animo, è possibile che prevalgano sentimenti di vergogna, sensi di colpa e di inadeguatezza. Tutti sono contenti dell'arrivo del bambino, pensano che debba esserlo anche lei e la mamma si adatta a questa situazione, sente di non potersi permettere di essere triste. E' importante considerare la durata del proprio malessere, l'eventuale peggioramento dei sintomi e il fatto che possa diventare sempre più difficoltoso prendersi cura del proprio figlio e di sè.

E' di fondamentale importanza poter condividere con le persone più vicine il proprio stato emotivo e poter giungere a formulare una richiesta di aiuto. Aver inoltre instaurato un rapporto di fiducia con figure professionali quali ginecologo, ostetrica, infermieri o puericultrici può aiutare a comprendere il proprio malessere e poter essere indirizzati verso un supporto di tipo psicologico.

Rivolgersi alla figura di uno psicologo-psicoterapeuta permette di mettere a fuoco quanto ci sta accadendo e poter affrontare il problema, tenendo in considerazione anche il partner e il contesto di riferimento. In alcuni casi può essere utile affiancare al percorso psicoterapeutico un supporto farmacologico, creando un lavoro in rete con lo psichiatra.

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino, offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti che possono accogliere le neomamme e supportarle, aiutandole a definire ed affrontare il loro stato di malessere, all'interno di percorsi psicoterapeutici rivolti sia alla persona che alla coppia.

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