Ansia: non solo fonte di disagio, ma anche nostra alleata
Siamo abituati a considerare l’ansia unicamente in chiave negativa, come un’emozione che provoca disagio e che compromette il nostro benessere.
Ciò che definiamo con il termine ansia, in realtà, non è sempre da considerarsi un “difetto da correggere”: è un segnale, un avvertimento che può veicolare un messaggio importante rispetto a ciò che stiamo vivendo.
I contenuti di uno stato ansioso possono avere infatti molteplici sfumature: fornirci informazioni sui nostri limiti, su quello che possiamo o non possiamo fare; prepararci ad una prestazione che richiede attenzione, attivando mente e corpo; comunicarci che stiamo vivendo una situazione stressante, invitandoci così a rallentare i ritmi. Altre volte può segnalarci una difficoltà a livello relazionale o professionale, accrescendo la consapevolezza rispetto a ciò che non ci fa stare bene e attivando un possibile processo di cambiamento.
Utilizzare e modulare la nostra ansia
Se impariamo a utilizzarla a nostro favore, l’ansia può essere una spinta che permette di dare il meglio di noi ed attivare tutte le nostre risorse individuali, al fine di raggiungere gli obiettivi finali.
Accettare l'ansia: la regola principale per modulare l’ansia consiste proprio nella sua accettazione e nel non volerla evitare a tutti i costi. Non si può pensare di poter eliminare completamente l’ansia dalla propria vita, ma si può pensare di modularla, di poterla gestire nel modo più efficace in modo che diventi un’alleata piuttosto che una nemica.
Se pensiamo ad esempio ad un esame universitario, ad un colloquio di lavoro oppure ad una prestazione sportiva, una certa quantità di ansia è necessaria, perchè ci consente di essere più vigili ed attenti a tutti i segnali potenzialmente importanti, può aiutarci a raccogliere e elaborare al meglio le varie informazioni e adattarci prontamente ai cambiamenti del contesto.
Non evitare le situazioni che generano ansia: molto spesso si può avere la tendenza ad evitare le circostanze che ci mettono un po’ in difficoltà, ma che non sono indispensabili. Quelle che potrebbero diventare occasioni per allenare la nostra capacità di modulazione dell'ansia, vengono evitate in modo apparentemente protettivo.
In questo modo non ci concediamo di sperimentarci e di creare occasioni che possano accrescere le nostre risorse, finendo con il limitare noi stessi fino ad arrivare ad un vero e proprio “sabotaggio”. Si può infatti incorrere nel rischio di creare un meccanismo negativo che si autorinforza: il numero delle situazioni che decidiamo di non affrontare cresce sempre di più, mentre diminuisce il nostro grado di sicurezza e di autostima, indebolendo di fatto la nostra capacità di affrontare anche le situazioni necessarie che non possiamo evitare.
Scomporre il problema in piccole parti: se ci focalizziamo su qualsiasi problematica nella sua globalità è più probabile che ci appaia ancora più complessa e intricata di quanto effettivamente potrebbe essere. Per quanto sia difficile la situazione da affrontare, può sempre essere utile scomporla in parti più piccole e ragionare in un'ottica di step graduali. E' molto importante ricordare che gran parte dell'ansia che noi sperimentiamo è legata al significato noi attribuiamo alle cose e alla percezione che abbiamo di esse.
Se proviamo a scomporre il nodo problematico e cerchiamo di affrontarlo un pezzo per volta, i piccoli passi che ci prefissiamo, per quanto difficili, ci sembreranno comunque più “maneggiabili” e di conseguenza affrontabili, piuttosto che pretendere da noi stessi di superare subito l'ostacolo nella sua interezza.
Lavorare sulla pianificazione e sulla consapevolezza: se si affrontano situazioni complesse senza avere pianificato alcuna forma di strategia è probabile che la propria ansia aumenti ancora di più. Se pensiamo ad una situazione di esame o a dei compiti lavorativi, è molto importante essere consapevoli del proprio grado di preparazione, delle proprie risorse e del modo migliore per metterle in campo. Quindi non solo preparare una buona base, ma anche essere consapevoli dei propri punti di forza e di quelli di fragilità.
La consapevolezza di questi ultimi infatti può diventare il punto di partenza per migliorarsi ed andare ad incrementare capacità e competenze necessarie, non solo quindi il bagaglio di conoscenze per poter affrontare studio e lavoro, ma anche abilità comunicative e relazionali che possano permetterci di muoverci in modo più sicuro nei diversi contesti.
Quando l'ansia può diventare patologica
L'ansia diviene problematica nel momento in cui diventa eccessivamente intensa e ci impedisce di gestire determinate situazioni: come abbiamo visto entro certi livelli facilita una buona attivazione sul piano dell'attenzione e delle risorse da mettere in campo, ma può trasformarsi in un blocco rispetto ai nostri pensieri o alle nostre azioni. L’ansia ha quindi una funzione protettiva e preventiva, ma diventa patologica nel momento in cui la sua intensità ne impedisce la modulazione: l’organismo rimane all'interno di uno stato prolungato di iperattivazione, portandoci ad esempio a rimuginare in modo rigido su determinate situazioni, che ci appaiono così senza via di uscita, riuscendole a vedere solo da un'unica prospettiva. Nel momento in cui gli stati ansiosi vengono percepiti come eccessivamente elevati riguardano diverse situazioni della nostra vita e la loro gestione inizia a diventare più difficile, l’aiuto di un professionista può essere utile per poter affrontare quanto ci sta accadendo.
Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino, offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate all'ansia, accogliendo e accompagnando gli individui all'interno del proprio percorso terapeutico.
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