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Psicoterapia di gruppo: cos'è e come funziona

La terapia di gruppo è una forma di psicoterapia in cui l'intervento clinico viene effettuato in un setting gruppale: il gruppo, grazie alla guida dello psicoterapeuta, ha la capacità di contenere e trasformare i vissuti portati dai singoli individui, promuovendo una maggiore conoscenza di sé attraverso il rispecchiamento nell'altro. La rottura dell’isolamento e la creazione di un senso di condivisione e di appartenenza, in molti casi, sono già di per sé terapeutici.

La psicoterapia di gruppo consiste in incontri periodici tra persone che avvertono una sofferenza psichica. Questi incontri vengono guidati da uno psicoterapeuta che conduce il gruppo, sempre all'interno di una cornice che garantisce il segreto rispetto a quanto emerso negli incontri.

La psicoterapia di gruppo non è semplicemente una psicoterapia individuale fatta in gruppo, ma una psicoterapia con caratteristiche peculiari, particolarmente utili in alcune specifiche situazioni o fasi di vita.

 

Terapia individuale o di gruppo: quali differenze

Gli approcci terapeutici gruppali presentano alcune peculiarità rispetto a quelli “classici” che privilegiano un setting individuale.

Innanzitutto permettono di sfruttare gli specifici processi psicologici di gruppo all'interno della relazione clinica, per migliorare l'efficacia di alcuni tipi di intervento. Possono inoltre amplificare e accelerare alcuni processi di cambiamento: in un gruppo che funziona bene, in cui si sono sviluppate buone relazioni tra i componenti, si lavora tutti insieme in modo sinergico per affrontare i problemi, partendo dagli specifici bisogni di ogni individuo.

Al contrario, nella terapia individuale, si può “sfruttare” unicamente la relazione tra lo psicoterapeuta e paziente. Spesso il lavoro in gruppo si integra bene ad un percorso di psicoterapia individuale, affiancandolo o può essere una buona scelta per la persona una volta concluso il proprio percorso individuale, consolidando i cambiamenti avvenuti.

 

Quali sono i benefici della psicoterapia di gruppo?

Si è osservato come il gruppo presenti delle specifiche caratteristiche che favoriscono:

  • sviluppo di relazioni
  • nascita di legami identificativi
  • creazione di una cultura comune
  • amplificazione di potenti meccanismi trasformativi.

I gruppi possiedono capacità curative che vanno ben oltre il superamento del senso di alienazione, dell’isolamento sociale e della possibilità di condividere il proprio disagio con altre persone. Nel gruppo la persona può sperimentare nuovi modi di relazionarsi agli altri e migliorare, così, la sua capacità di relazione anche all’esterno del gruppo, nella vita di tutti i giorni.

Per esempio l’adolescenza è un momento nella vita in cui il gruppo dei pari acquista una funzione significativa sia per lo sviluppo della personalità, che come contenitore delle turbolenze emotive proprie di questo periodo, quindi la psicoterapia di gruppo può facilitare la condivisione di esperienze, pensieri ed emozioni.

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino, offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti, accogliendo le specifiche richieste e accompagnando gli individui all'interno del proprio percorso terapeutico.

All'interno del nostro centro sarà possibile costruire un progetto ad hoc sulla persona, con la possibilità di usufruire anche di approcci terapeutici gruppali.

La terapia familiare è una forma di psicoterapia che si focalizza sul sistema famiglia e sulle complesse relazioni che si vengono a creare al suo interno. La terapia familiare  ha il compito di analizzare e modificare le dinamiche relazionali interne al nucleo familiare visto come sistema e, al contempo, di favorire il benessere del singolo individuo.

La famiglia, quasi come una persona singola, ha propri cicli di vita, ed è sottoposta a eventi esterni e interni che la trasformano. Spesso la famiglia, quando si trova in situazioni di difficoltà, tende ad agire inconsapevolmente con dinamiche relazionali disfunzionali e comportamenti ripetitivi che sostengono e alimentano il disagio dei suoi membri, anziché risolverlo.

 

Quando può essere utile la terapia familiare?

Le questioni che possono richiedere il sostegno di una terapia familiare sono variegate e non facilmente riassumibili. Il malessere di uno dei membri della famiglia può essere letto alla luce delle dinamiche relazionali presenti al suo interno ed egli rappresenterà non il problema da risolvere, ma il segno di una crisi all’interno del sistema in cui è inserito. Il progetto terapeutico potrà prediligere la terapia familiare come unica forma di intervento o in affiancamento e sostegno di percorsi individuali, in particolar modo quando il disagio viene espresso attraverso il malessere di un adolescente o di un giovane adulto.

Nel corso della vita la famiglia si trova a fronteggiare situazioni diverse dette eventi critici, situazioni che possono determinare un forte stress e che impongono una riorganizzazione della struttura familiare perché essa possa continuare a sussistere. Tali eventi si distinguono in due categorie: eventi critici normativi e paranormativi.

Gli eventi critici normativi, come suggerisce il temine, sono tutti quegli avvenimenti che è naturale accadano durante il ciclo di vita, prevedibili, ma non per questo meno destabilizzanti per il nucleo:

  • la nuova vita di una coppia sposata
  • la nascita di un figlio
  • l’adolescenza
  • l’abbandono del nido da parte del giovane adulto che ricerca la propria indipendenza
  • l’età anziana

Si tratta di vere e proprie tappe obbligate attraverso le quali ogni famiglia deve passare e che per essere superate serenamente prevedono dei cambiamenti strutturali, un’evoluzione naturale dei rapporti interni che debbono riconfigurarsi secondo nuove esigenze. 

Gli eventi critici paranormativi, invece, sono tutte quelle situazioni imprevedibili che possono scuotere alla fondamenta la famiglia, rappresentando un vero e proprio evento traumatico:

  • la morte di un membro della famiglia
  • la rottura del nucleo familiare a causa di un divorzio o una separazione
  • improvvisi problemi di salute
  • perdita del lavoro

Gli eventi critici, dunque, mettono a dura prova la tenuta del sistema familiare, determinando conflitti e tensioni emotive che possono trovare nel singolo la via per manifestarsi come sintomo del disagio familiare.

 

Come funziona un percorso di terapia familiare?

Inizialmente si delinea di solito la storia familiare di origine, la struttura della famiglia attuale e la sua rete di riferimento, poi ci si focalizza sui rapporti interpersonali all'interno del sistema cercando di mantenere il focus sulle difficoltà che portano le persone a chiedere aiuto.

In seguito, sulla base delle ipotesi di lavoro, si cerca di rendere fluida e flessibile la comunicazione, alleggerendo le cosiddette situazioni di “blocco” o di “stallo”. Per riuscire a realizzare una buona terapia familiare è indispensabile il contributo di ciascuno dei componenti: chi si conosce così bene ha molte risorse da mettere in campo per il benessere di tutti!

Ogni membro ha la possibilità di definirsi rispetto alla famiglia, ovvero di ritrovarsi come persona con i suoi bisogni all'interno del sistema. L'approccio non è quindi colpevolizzante, non si cerca un responsabile del disagio, un colpevole, ma si cercano risorse in ciascuno, si maturano possibilità di crescita e svincolo dei figli, agevolando il passaggio a nuove fasi del ciclo vitale della famiglia.

Di volta in volta la presenza dei vari membri in seduta può cambiare, in quanto a discrezione del terapeuta e soprattutto il linea con gli obiettivi da perseguire, può essere presente l'intero nucleo familiare o possono essere convocati solo i genitori, o solo i figli, senza perdere però la visione di un intervento che è fatto con e per  tutti i membri, ovvero a beneficio dell'intero sistema. Il setting della terapia con la famiglia è pertanto flessibile, potendosi così concentrare sulle varie istanze problematiche portate dai vari componenti e dando a ciascuno uno spazio adeguato di ascolto. 

 

Quali sono gli obiettivi della terapia familiare?

Il fine ultimo della terapia familiare non è quello di trovare una causa del disagio e ancor meno “colpevoli” o definire “vittime e carnefici”,  quanto quello di riuscire a ribaltare  gli schemi di comportamento precostituiti: in tal modo i vari membri della famiglia prendono consapevolezza e  sperimentano nuove modalità di rapportarsi gli uni verso gli altri. La funzione della psicoterapia familiare è quella di supportare tutti i membri, facilitando un processo di trasformazione del sistema, grazie all'instaurarsi di un rapporto di fiducia e alleanza del terapeuta con ognuno dei familiari.

Nella terapia tale trasformazione si traduce in cambiamenti di ognuno rispetto agli altri, con conseguente modifica delle reciproche richieste ed aspettative.

Il terapeuta non lavora con lo scopo di educare la famiglia, ma per aiutarla a modificare il suo funzionamento interno, affinchè possa affrontare al meglio i suoi compiti evolutivi. E' la famiglia stessa, con le sue risorse interne, a diventare matrice della crescita dei suoi componenti, quella terapeutico è solo uno “spazio facilitante”. Uno degli elementi cardine su cui si basa il lavoro con le famiglie è quello di preservare le rispettive identità, comprendere e rispettare le differenze e i bisogni del singoli al contempo favorire processi sinergici fra i suoi componenti.

 

Terapia familiare a Roma, Monterotondo e Fiumicino 

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate alle dinamiche familiari, accogliendo e accompagnando gli individui all'interno di percorsi di psicoterapia con la famiglia costruiti ad hoc su ogni specifica situazione.

Psicoterapia di coppia: cos'è e come funziona

Cosa significa intraprendere un percorso di terapia di coppia?

Fare terapia di coppia non vuol dire cercare un modo per fare stare insieme le persone che chiedono di intraprendere un percorso, ma cercare di capire se c’è ancora uno spazio in cui trovare un nuovo modo di comunicare, affrontando in modo consapevole il malessere dei due partner e ponendo le basi per un cambiamento. Fare terapia non significa neanche trovare un giudice che possa stabilire “chi ha ragione e chi ha torto”, prendendo una posizione che sancisca “chi si sia comportato meglio”. Il ruolo del terapeuta è quello di creare piuttosto un clima di apertura e condivisione, offrendo la possibilità di aprirsi a nuove possibilità di confronto, al fine di mettere a fuoco in modo non giudicante cosa sia accaduto a noi e all’altro. E’ partendo dalla possibilità di comunicare il disagio che si pongono le premesse per trovare nuove modalità relazionali, lo spazio di psicoterapia facilita innanzitutto la possibilità di uscire dai “binari della recriminazione” verso l’altro, fornendo strumenti che permettano di affrontare i problemi da nuove angolature.

 

Quando è opportuno chiedere aiuto?

In alcune fasi o particolari momenti di difficoltà è fondamentale per la coppia concedersi di considerare l'ipotesi che, nonostante gli sforzi profusi, da soli non si riesca ad affrontare e superare il malessere che si è venuto a creare Quando i i problemi tendono a trasformarsi in dinamiche ripetitive, che alimentano le incomprensioni e creano una sorta di circolo vizioso, uno sguardo terzo sulla coppia può divenire prezioso: lo spazio di terapia può fornire  nuove modalità di lettura che possono aiutarci a scardinare circuiti conflittuali divenuti ormai “faticosi copioni ripetitivi”.

 

Lavorare per il cambiamento: verso la creazione di un nuovo patto di coppia

Quando due persone si scelgono creando una coppia, stringono un patto che come un iceberg è costituito da una parte emersa ed esplicita ed una parte sommersa ed implicita. La parte emersa è costituita da richieste aperte e dichiarazioni di accettazione delle richieste dell’altro, da norme esplicite e accordi condivisi e ha una funzione unificante per la coppia. Potremmo sintetizzare questo patto esplicito nella frase “ti scelgo per quello che sei”. La parte sommersa del patto è fatta invece di vincoli inconsapevoli, di richieste implicite che l’altro possa confermarci una specifica immagine di noi e quella che è la nostra idea di coppia, è come dire al partner“ti scelgo per ciò che segretamente vorrei che fossi”. Il lavoro in psicoterapia aiuterà entrambi i partner a lavorare su questa parte sommersa, sulle proprie aspettative e i propri desideri, sui bisogni attuali, andando a costruire gradualmente un nuovo patto maggiormente funzionale.

 

Quali sono gli obiettivi di una psicoterapia di coppia?

Il lavoro del terapeuta è incentrato sulla possibilità di riconoscere il significato del malessere che la coppia sperimenta, riuscendo a contestualizzarlo alla luce della fase del ciclo vitale in cui esso si manifesta (ad esempio inizio di una convivenza o del matrimonio, nascita di un figlio, pensionamento etc.), dei pattern comportamentali ridondanti all'interno della relazione, della storia personale dei suoi membri e di quella delle loro famiglie d’origine. Mediante la relazione terapeutica, il terapeuta aiuta i due partner  a modificare le regole rigide e ripetitive che mettono in atto, a ritrovare un nuovo equilibrio più funzionale per la coppia, attingendo alle risorse dei due membri e valorizzando le loro potenzialità.

Nella terapia di coppia l’attenzione viene focalizzata sulla relazione e sui cambiamenti che possono essere apportati, allo scopo principale di superare la crisi e recuperare un’intesa per poter vivere la relazione in modo più costruttivo e soddisfacente. Si pone l’obiettivo di:

  • aiutare le coppie a definire meglio le loro problematiche
  • identificare gli obiettivi verso cui lavorare
  • mettere a fuoco le criticità che rendono inefficace la comunicazione
  • poter costruire nuove modalità relazionali attivando un processo di cambiamento.

Tutto ciò consentirà di affrontare con nuovi strumenti le problematiche presentate, aiutando la coppia a ritrovare un nuovo benessere o, in alcuni casi, a riuscire a definirsi nella difficile decisione di separarsi. Una maggiore consapevolezza di sè e del rapporto sarà fondamentale sia per il consolidamento dell'unione, sia per poter affrontare nel migliore dei modi un'eventuale separazione, dopo aver esplorato attentamente questa possibile scelta.

 

Efficacia della terapia di coppia

L'efficacia della terapia di coppia si basa innanzitutto sul fatto che entrambi i partners siano  sufficientemente motivati nell'intraprendere e proseguire il percorso, mostrando apertura rispetto al lavoro su sé stessi e sulla propria relazione. Portare avanti una psicoterapia con una bassa motivazione o unicamente perché nessuno possa recriminare all'altro che non è stato fatto abbastanza, abbassa notevolmente i suoi livelli di efficacia e la possibilità di raggiungere e consolidare gli obiettivi terapeutici. Poter formulare una richiesta di aiuto nel momento in cui la crisi di coppia non sia giunta ormai ad un punto tale da essere percepita come insanabile è un altro elemento importante, così come concedere al lavoro in psicoterapia un tempo ragionevole perché possa innescare i cambiamenti auspicati. E' fondamentale inoltre che entrambi i membri della coppia possano creare una buona alleanza con il terapeuta, basato sul rispetto reciproco, empatia, accoglienza e flessibilità.

Il Consultorio Antera Onlus, nelle sedi di Roma, Monterotondo e Fiumicino offre la possibilità di incontrare psicoterapeuti esperti nelle difficoltà legate alle dinamiche relazionali, accogliendo e accompagnando gli individui all'interno di percorsi di psicoterapia di coppia.

Come è strutturato un percorso di psicoterapia?

Aspettative e dubbi di chi si avvicina ad un percorso di psicoterapia.

La psicoterapia è fondamentalmente una “relazione che cura”, attraverso tecniche e strategie che derivano dalla lunga formazione del terapeuta e grazie alla relazione stessa. Nonostante il terapeuta possa essersi formato seguendo approcci differenti, ma ugualmente validi, la relazione è sempre il perno centrale della psicoterapia, una buona alleanza fra professionista e paziente è fondamentale per avviare e portare avanti un processo terapeutico. Un percorso di terapia parte solitamente con una fase iniziale nella quale si cerca di creare insieme al terapeuta un quadro d'insieme della situazione attuale, una “fotografia” che permetta di mettere a fuoco cosa ci ha portato a chiedere aiuto, i nostri vissuti e le nostre emozioni.

E' possibile così andare a delineare con il supporto del professionista i propri obiettivi, cosa si chiede e cosa si vorrebbe raggiungere attraverso questo percorso, obiettivi che non sono decisi una volta per tutte, ma che possono essere rimodulati nel corso della terapia in base ai nostri bisogni e ai desideri. Il percorso terapeutico ci vede sempre come parte attiva, ci aiuterà via via ad osservare sotto una nuova luce quanto ci sta accadendo e quanto accaduto nel nostro passato, creando nuove connessioni: attraverso una ristrutturazione del nostro modo di vedere le cose, noi stessi e gli altri, possiamo affrontare diversamente e superare le situazioni di malessere. Il suo svolgimento prevede come dicevano l'uso di tecniche e strategie volte ad innescare cambiamenti, risolvendo le difficoltà e portandoci a raggiungere un nuovo equilibrio.

Andiamo ora ad analizzare alcune delle più comuni aspettative di chi formula una richiesta di aiuto.

 

Cosa aspettarsi in un percoso di psicoterapia?

I consigli delle persone che ci circondano spesso non fanno altro che accrescere in noi un senso di confusione e farci sentire meno capaci di prendere le nostre decisioni, ciò vale anche per eventuali consigli dati da un terapeuta, sarebbe presuntuoso da parte sua pensare che in quanto professionista possa sapere cosa è meglio per noi.

L’obiettivo della terapia non è raccogliere “buoni consigli”, ma riscoprire le proprie priorità, i bisogni inascoltati e dargli voce.

Lo spazio terapeutico ci aiuta a riflettere sui nostri vissuti e sulla nostra storia costruendo una “nuova regia”, nuove angolature dalle quali rileggere quanto ci è accaduto e quanto ci succede. Diventa così possibile trovare nuovi comportamenti e strategie da poter mettere in atto, sentendoci più liberi da vecchi schemi e andando a crearne di nuovi più funzionali per il raggiungimento del nostro benessere.

 

Il "conforto" e il "sostegno" all'interno di un percoso di psicoterapia

All'interno di un percorso di psicoterapia trovano sicuramente spazio il conforto e il sostegno dati dal professionista, attraverso parole di incoraggiamento o di stima, oppure messaggi non verbali quali un sorriso o uno sguardo affettuoso o anche a volte un abbraccio. La stanza di terapia però non è un posto dove essere sempre coccolati, semplicemente perché questo non ci aiuterebbe a stare meglio.

Accanto a questi atteggiamenti accoglienti è importante ricordare che potrà capitarci di non sentirci sempre completamente a nostro agio nelle sedute, a volte “la sedia potrebbe scottare” e questo sentirci “scomodi” di fronte ad alcune osservazioni e connessioni fatte dal terapeuta farà parte del percorso di crescita all'interno del quale staremo lavorando. Per rompere alcune “rigide visioni” dentro alle quali potremmo trovarci intrappolati è necessario correre il rischio di ascoltare nuovi punti di vista, che potrebbero risultare a volte “antipatici”, ma necessari.

 

Quanto dura un percorso di psicoterapia?

Potrebbe capitarci di varcare la soglia della stanza di terapia con l'illusione di risolvere il nostro problema velocemente e soprattutto senza impegno e fatica da parte nostra. Lo psicoterapeuta non ha il potere di far scomparire magicamente le sofferenze di chi ha di fronte, ma mette sul piatto le sue competenze, costruendo insieme alla persona una buona relazione, un clima di fiducia all'interno del quale sia possibile per noi iniziare gradualmente a trovare nuove risposte, scoprendo risorse là dove magari sembravano non essercene affatto, sperimentandoci in nuovi comportamenti e “aggiustando il tiro”.

Domandarsi continuamente se la terapia sta funzionando, o aspettarsi grandi miglioramenti in poco tempo, è come voler verificare la tonicità dei nostri muscoli dopo essere andati in palestra solo un paio di volte. La durata di un percorso di psicoterapia è legata anche alla nostra capacità di metterci in gioco, anche su questo comunque il terapeuta userà la sua competenza per “aiutarci a farci aiutare”.

 

Percorsi di psicoterapia a Roma, Fiumicino o Monterotondo

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